Instagram adotta l’algoritmo “della qualità”: le notizie compariranno non più in ordine cronologico ma per rilevanza secondo gli interessi degli utenti.

 

L’algoritmo di Zuckerberg colpisce ancora, e questa volta il bersaglio è Instagram, il fratello minore di Facebook. Sarà quindi il sistema a decidere che cosa visualizzeranno gli utenti, secondo i loro interessi e le preferenze espresse. La notizia è stata diffusa sul blog del social network il 15 marzo, e gli utenti hanno già espresso opinioni contrastanti: su Twitter è già popolare l’hashtag #RIPInstagram.

 

algoritmo marzo 2016 instagram


Ma quali sono le motivazioni che hanno spinto i responsabili del social ad effettuare questo cambiamento? Nel post sul blog possiamo leggere che gli utenti in media perdono circa il 70% delle cose pubblicate nel loro feed, e questo significa che, potenzialmente, i post di maggior interesse si smarriscono nel flusso indistinto di immagini. Pensiamo al problema del fuso orario: un utente in Nuova Zelanda pubblicherà foto in orari differenti rispetto ai nostri, e se quell’utente è il nostro cantante preferito o il nostro miglior amico, vorrà dire che ci staremo perdendo un bel po’ di aggiornamenti sulla sua vita a causa delle ore di fuso che ci separano.

 

L’obiettivo dei vertici di Instagram è quindi rendere quel 30% di notizie visualizzate dagli utenti il 30% migliore possibile.

 

Tutte le foto saranno sempre visibili, ma in un ordine differente: non sarà più la cronologia a dettare i parametri di quello che verrà visualizzato, ma gli effettivi interessi espressi dagli utenti.

 

Ad un’analisi più accurata però, le motivazioni del cambiamento sembrano essere altre: l’algoritmo “della qualità” porterà gli utenti a passare molto più tempo sul social, e quindi a visualizzare più pubblicità e accrescere i guadagni di Instagram, così come è stato per Facebook con l’introduzione dell’algoritmo nel 2010.

 

La nuova versione di Instagram verrà testata su piccoli gruppi di utenti prima di essere gradualmente estesa a tutti. Sarà una rivoluzione alla quale ci abitueremo presto o no?