IBM continua puntare sul progetto Watson, la A.I. impiegata nel campo sanitario che potrebbe rappresentare la carta vincente della cybersecurity.

 

Il cognitive computing, ossia il processo autonomo di elaborazione e analisi di informazioni da parte delle macchine, è stata una delle più grandi rivoluzioni nella gestione dei dati all’interno del mondo della sanità: ne è un esempio il sistema Watson, figlio di IBM e Apple, pensato appositamente per gestire in maniera più fluida e dinamica i dati dei pazienti.

 

Oggi Watson torna sotto i riflettori, ma questa volta con un progetto che copre sia sanità che sicurezza digitale: a dirlo è Mark van Zadelhoff, direttore generale di IBM Security,  che ha spiegato come l’intelligenza artificiale giochi un ruolo primario nel lavoro che l’azienda sta portando avanti contro gli attacchi informatici alle banche dati sanitarie. Da questa iniziativa è infatti nata una divisione apposita, la Watson Health, il cui scopo è quello di garantire un sistema di gestione dei dati non solo più rapido, ma anche più protetto.

 

Il monitoraggio dei dati legati ai servizi sanitari avviene attraverso i numerosi algoritmi che costituiscono la capacità di deep learning di Watson, il quale dispone di numerosi honey pot sparsi per la rete: questi elementi sono esche informatiche che hanno lo scopo di attirare possibili minacce, anche quelle non ancora note, in modo che le informazioni relative ad esse possano essere integrate nel database di Watson, in un vero e proprio processo di apprendimento.

 

Watson può essere la rivoluzione della cybersecurity?

 

L’obiettivo è quindi quello di sviluppare un sistema in grado di fornire risposte precise ed efficaci anche in mancanza di informazioni complete, con la possibilità di aggiornarsi costantemente: quest’ultimo aspetto è fondamentale, dato che il trend attuale indica una sempre maggiore connettività (che si traduce nell’Internet of Things), seguita da una perenne evoluzione delle minacce, le quali costringono chi opera nel campo della cybersecurity ad adattare continuamente i propri strumenti.

 

Se Watson dovesse rivelarsi un successo per la protezione dei dati sanitari (che attualmente hanno un valore superiore a quello che si pensa), allora potrebbe rappresentare la svolta per garantire la sicurezza dei dati anche in altri ambiti, come quello finanziario.