Secondo il sondaggio di KPMG, quasi 1 utente su 5 eviterebbe di acquistare presso un retailer che è stato vittima di un attacco informatico.

 

Quasi il 20% degli acquirenti opterebbe per evitare un rivenditore che, in precedenza, è stato vittima di un attacco alla propria sicurezza informatica. A rivelarlo è il sondaggio dal titolo “Consumer Loss Barometer 2016“, realizzato da KPMG e in grado di coinvolgere un campione di 448 consumatori negli USA. Il 19% di questi dichiara che abbandonerebbe immediatamente un retailer che ha subito un cyber attacco, mentre 1 utente su 3 eviterebbe di acquistare presso quel rivenditore per circa 3 mesi, per paura di un’esposizione delle proprie informazioni personali.

 

All’interno del sondaggio, sono stati anche interpellati un centinaio di responsabili della sicurezza informatica dei rivenditori: il 55% di loro ha candidamente ammesso di non aver speso nulla per la sicurezza informatica nell’ultimo anno. Ancora più significativo come il 42% degli intervistati riconosca che la propria azienda non abbia al suo interno una figura incaricata all’information security. Risposte che confermano i numerosi dubbi sul fatto che, da questo punto di vista, il mondo del retail sia in netto ritardo rispetto ad altri settori.

 

 

Sicurezza informatica: retailer in grave ritardo

 

I risultati dell’indagine, pubblicati online martedì, evidenziano infatti che i settori del retail e dell’automotive sono stati più lenti nel nominare responsabili della sicurezza informatica rispetto all’area dei servizi finanziari e al mondo dell’hi-tech.

“C’è molto in gioco per i retailer”, ha dichiarato Mark Larson, direttore di KPMG per quel che concerne i mercati consumer. “I rivenditori che non fanno della sicurezza informatica un imperativo strategico stanno prendendo una grossa scommessa”.

 

In chiusura del sondaggio, KPMG consiglia alle aziende di considerare la sicurezza informatica non come un problema esclusivo del reparto IT, ma piuttosto come una questione strategica, al pari di fattori come la customer care, le vendite o le operazioni di branding. E i dati che emergono dalla ricerca confermano questo: le aziende sono davvero disposte a rinunciare alla propria sicurezza informatica e, di conseguenza, alla propria affidabilità?