Secondo un sondaggio condotto da Swg per il Corriere della Sera, il 67% degli italiani ritiene che i social network condizionino l’orientamento dei consumi.

 

Ogni giorno, quando navighiamo su internet e passiamo il nostro tempo sui social network, più o meno volutamente forniamo una serie di dati sulle nostre preferenze e sui luoghi che frequentiamo: sempre più dispositivi infatti sono in grado di geolocalizzare la nostra posizione, fornendo ai motori di ricerca degli elementi che permettono una personalizzazione dettagliata di prodotti, servizi e pubblicità.

 

In pratica, navigando su determinati siti e autorizzando i dispositivi mobili a identificare la nostra posizione geografica, “rilasciamo” una serie di informazioni che ci tornano indietro sotto forma di pubblicità e suggerimenti personalizzati. Un sondaggio del Corriere della Sera condotto da Swg rivela che per il 67% degli intervistati i social network e i dati che noi forniamo loro influenzerebbero i consumi e i comportamenti dei cittadini.

 

 

 

social network influenzano persone

 

 

Alla domanda “Lei ritiene che i social network, con l’utilizzo dei dati dei navigatori, possano condizionare molto, abbastanza, poco o per niente i consumatori e, in genere, il comportamento dei cittadini?”, il 18% degli intervistati ha risposto “molto”, il 49% “abbastanza”; il restante 33% delle persone intervistate si divide in risposte come “poco”, “per niente” e “non saprei”.

 

Questi dati devono preoccuparci?

 

Una percentuale del 67% è molto alta, certo: ciò significa che abbiamo una consapevolezza più o meno sviluppata del fatto che rilasciando informazioni in rete e autorizzando i dispositivi mobili a geolocalizzare la nostra posizione, permettiamo la costruzione di un “sistema” di annunci pubblicitari e/o suggerimenti di altro tipo plasmato sulla nostra vita, sui nostri gusti e opinioni. Ma questo sistema è ciò che oggi permette alle aziende di lavorare, di essere visibili, di costruirsi una reputazione attraverso un’offerta sempre più dettagliata e personalizzata, senza fronzoli, che va diretta al bisogno dell’utente e risponde alle sue necessità. D’altra parte invece, gli utenti vengono “colpiti” solo da pubblicità o annunci più in linea con le loro aspettative e con i gusti personali, evitando un inutile e confusionario bombardamento mediatico.

 

Certo è che saper promuovere il proprio business su internet e sui social è un lavoro che va fatto in modo professionale, evitando forme di advertising molesto: è questo che fa la differenza tra le aziende serie e quelle che non lo sono, e i consumatori, oggi più che mai, ne hanno coscienza.