Tramite l’assistente vocale di iOS si potrebbe violare la privacy dei proprietari di un iPhone in circa 30 secondi, accedendo a parecchi dati personali

 

Siri è sicuramente una funzione eccezionale e che da un grande valore aggiunto agli smartphone Apple: oltre ad essere veloce e precisa (e spesso anche sarcastica), essa è anche estremamente comoda, dal momento che permette di venir utilizzata anche quando il dispositivo ha il lockscreen attivo, sia che esso abbia o meno una password.

 

 

E’ proprio questa facilità di accesso che rende l’assistente vocale una potenziale minaccia ai dati contenuti nel dispositivo: a mostrarcelo è Trend Micro, azienda specializzata nella sicurezza, la quale ha esaminato i modi in cui, tramite la funzione vocale, si possano violare dati e privacy del proprietario: comandi quali “Come mi chiamo”, “Chiama/Scrivi a”, “Qual’è il mio indirizzo mail” possono essere facilmente utilizzati da altre persone per raccogliere informazioni private, rappresentando così una minaccia non solo per gli utenti iOS, ma anche per quelli di altri sistemi operativi presenti nei loro contatti.

 

Il problema principale, sempre secondo Trend Micro, è la possibilità di ottenere risposte da Siri anche in caso di telefono bloccato: il fatto che si possa accedere ad una funzione del dispositivo quando esso in realtà dovrebbe impedire l’accesso ad ogni utente che non sia il proprietario (o che comunque non conosca le credenziali d’accesso) rappresenta una grossa falla nel sistema di protezione dati.

 

Come proteggere la privacy in questi casi?

 

Fortunatamente ci sono alcune misure che è possibile adottare per evitare che questa eventualità si verifichi:

  • Impostare un’autenticazione per messaggi, chiamate, pubblicazioni via Facebook e per la visualizzazione dei dettagli di contatto.
  • Disabilitare Siri dal lockscreen.
  • Configurare la funzione “Hey Siri” per fare in modo che l’applicazione risponda solo al nostro timbro vocale.