Linguaggio, leggibilità, database sono solo alcuni dei fattori che, se non curati, possono rendere vano ogni sforzo di e-mail marketing.

Nonostante l’e-mail marketing sia uno degli strumenti più efficaci e comuni nel mondo del web marketing, spesso e volentieri vediamo mail che ci appaiano tutt’altro che invitanti e quasi ci invitano loro stesse a non aprirle.

E che orrore quando scopriamo, leggendo gli analytics, che anche alcune delle nostre mail fanno parte di quella categoria!

Ma cos’è che trasforma un mezzo di comunicazione così efficace in un repellente? Vediamolo subito!

Chi parla come uno spam, fa la fine dello spam

“Chi parla male, pubblicizza male” potremmo dire parafrasando un famoso film italiano. Infatti, un linguaggio poco invogliante e un uso scorretto di punteggiatura e lessico possono far pensare agli utenti che il nostro messaggio sia in realtà una fregatura, facendolo finire direttamente nella cartella dello spam.

Mai sentito parlare di smartphone?

Nel 2019 ci sono ancora mail che non sono responsive, ossia non si adattano agli schermi dei dispositivi mobile. Dov’è il problema? Forse che, secondo una ricerca di Megamarketing, il 46% delle mail viene aperto da smartphone o tablet.

Contatti, attenzione a quali scegliamo

Un database ampio fa sicuramente gola, ma è davvero quello che vogliamo?

Se non prestiamo attenzione a quali utenti inseriamo nelle nostre liste potremmo ritrovarci con:

  • Contatti fuori target e quindi poco propensi a convertire
  • Diffidenza da parte di persone che non sanno perché ricevono i nostri messaggi
  • Danni all’immagine del brand

L’oggetto, questo sconosciuto

L’oggetto di una mail è il suo biglietto da visita, il bivio in cui l’utente decide se ci meritiamo il suo tempo oppure no. Se non è stimolante e interessante e se contiene toni piatti o, peggio, aggressivi, si trasformerà in un biglietto di sola andata per la cartella dello spam.

Repetita non iuvant

A nessuno piace dover ripetere le cose e nessuno vuole avere a che fare con le persone insistenti. Quindi, se un utente ignora le nostre mail una volta, inviargliele nuovamente è tutto meno che una buona idea. A meno che il nostro obiettivo non sia finire nella blacklist.

Link di disiscrizione che giocano a nascondino

Siamo in un paese libero, quindi, se un utente non vuole più ricevere le nostre mail è libero di farlo… facilmente, se possibile. Perciò evitiamo il vecchio trucco del link “Disiscriviti” in caratteri miniaturizzati.

Troppo o troppo poco

Silenzio totale o mitragliata di messaggi? La verità sta nel mezzo. Un buon piano di pubblicazioni ci eviterà di venire percepiti come asfissianti o come “fantasmi”.

 Mail con lo stampino

Inviare le stesse identiche mail a tutto il nostro database è uno degli errori più grossolani che possiamo fare. Segmentare la comunicazione e cercare di personalizzare ogni messaggio sono 2 passaggi fondamentali per assicurarsi un ritorno.

Niente test d’invio

Bisogna essere molto sicuri di sé e molto sciocchi per inviare una mail senza prima aver fatto un test. Una volta schiacciato “Invia” non si torna indietro, errori compresi.

Niente lavoro di lima

Immagini, font, layout, colori, link: ogni dettaglio, anche il più piccolo, contribuisce alla qualità della mail. Un messaggio poco curato difficilmente farà affezionare il lettore.

Ora che abbiamo imparato quali errori possono affossare le campagne di e-mail marketing, rimane la domanda “Cosa può farle decollare?”. Per trovare la risposta, basta rivolgersi al nostro servizio di Web Marketing!