È il Commissario europeo per la Concorrenza ad annunciarlo al Web Summit di Lisbona: Big G rischia una sanzione che potrebbe valere fino al 10% del fatturato globale per il servizio AdSense di Google.

 

L’Antitrust europeo sta per concludere la sua indagine sul servizio AdSense di Google, la terza inchiesta (dopo quelle su Shopping e Android) avviata dalla Commissione UE sulle pratiche commerciali del colosso di Mountain View. Lo ha comunicato la stessa commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager ai giornaslisti presenti al Web Summit di Lisbona. La multa per Google potrebbe arrivare fino al 10% del suo fatturato globale.

Quattro mesi fa l’Ue ha inflitto a Google la sanzione di 4,3 miliardi di euro per aver sfruttato il suo sistema operativo Android per favorire le proprie applicazioni e bloccare quelle delle aziende rivali. Un anno prima, l’UE aveva colpito Google con una multa da 2,4 miliardi di euro per aver ostacolato la concorrenza con Google Shopping, il suo servizio di shopping comparativo.

 

L’indagine su Google AdSense

L’inchiesta su AdSense è stata aperta dalla Commissione europea nel 2016; proprio come nei primi due casi, l’indagine serve a determinare se Google abbia abusato della sua posizione dominante sul mercato per soffocare la concorrenza. Google nega, ma Vestager e l’UE ritengono che l’azienda abbia impedito a terzi di utilizzare il proprio strumento pubblicitario per visualizzare annunci di ricerca dei concorrenti di Google.

 

“Google inserisce le pubblicità collegate alle ricerche direttamente nel sito di ricerca Google, ma lo fa anche come intermediario in siti terzi attraverso la piattaforma “AdSense for Search” (“intermediazione pubblicitaria nei motori di ricerca”): si pensi ai siti internet di rivenditori online, operatori telecom e quotidiani […]. In questa fase la Commissione ritiene che Google domini il mercato dell’intermediazione pubblicitaria nei motori di ricerca nello Spazio economico europeo (SEE), con quote che negli ultimi dieci anni hanno sfiorato l’80% del mercato. Gran parte delle entrate che Google ricava dall’intermediazione pubblicitaria nei motori di ricerca proviene da accordi con un manipolo di terzi, i cosiddetti “partner diretti”. La Commissione ritiene che con questi accordi Google violi le norme antitrust dell’Unione”.

Fonte: Press Release Database Commissione Europea

 

Insomma, Google tende a trovarsi molto spesso in posizione dominante, motivo per cui gli occhi dell’Antitrust sono particolarmente vigili nei confronti della società californiana. Nel caso di AdSense, Google pone delle condizioni ritenute lesive delle norme vigenti nell’Unione Europea, obbligando i suoi partner a non avvalersi di servizi concorrenti e a non poter posizionare pubblicità di altri fornitori né sopra né accanto a quelle Google.

Nel corso degli ultimi anni Google ha respinto le accuse, tuttavia ha anche modificato nel tempo le sue condizioni per l’utilizzo di AdSense, adempiendo in parte a quanto prescritto dall’Antitrust.