Esistono diverse piattaforme per una strategia di advertising efficiente. Ma non per tutti sono efficaci allo stesso modo. Ecco perché scegliere lo strumento più adatto può fare la differenza.

Diverse piattaforme per un’unica strategia

Un lavoro combinato di diverse piattaforme di advertising può essere una mossa vincente, soprattutto quando il nostro target non ha ancora manifestato in maniera esplicita le proprie esigenze. Riuscire a intercettarlo su diversi canali può aiutarci a essere maggiormente competitivi rispetto agli avversari e convincerlo che i nostri prodotti sono i migliori.

Ma come integrare piattaforme nate per essere separate? Google e Facebook rappresentano oggi i maggiori canali su cui intercettare potenziali clienti all’interno del loro customer journey.

Google e Facebook: i leader dell’advertising

È inutile nasconderlo: Google e Facebook sono senza dubbio i padroni indiscussi del mondo dell’advertising. Se si vuole raggiungere un potenziale cliente online in uno qualsiasi dei punti del customer journey non si può prescindere dai due colossi americani.

Come per ogni strategia, l’importante è usare il cervello.

Se ci stiamo rivolgendo a un utente che non ha ancora espresso i suoi bisogni, gli strumenti di advertising messi a disposizione da Facebook e le campagne display di Google Ads sono sicuramente un utile strumento per segmentare pubblico di qualità. È chiaro che in questo primo step la possibilità di spesa non sarà elevata proprio per riuscire a costruire una giusta audience.

Se invece siamo di fronte a un utente che ha già chiare le proprie intenzioni e si muove spinto da un bisogno, le campagne Google Ads saranno sicuramente lo strumento più adeguato per portarlo alla conversione. In questo secondo caso i costi saranno chiaramente più elevati perché ci stiamo muovendo su utenti consapevoli e che hanno già fatto le proprie ricerche. Riuscire a convincerli non sarà facile.

Sappiamo davvero a chi ci rivolgiamo?

Capire chi è il nostro target è un punto fondamentale da cui partire per imbastire una buona strategia. Non solo individuarlo, ma anche studiarlo e provare a immedesimarci in esso può essere importante: cercare di comprendere le sue esigenze, i suoi desideri e il modo in cui si informa è un grande vantaggio rispetto ai nostri competitor.

È poi importante riuscire a comprendere in quale parte del funnel si trova il nostro potenziale cliente.

Ha già deciso di portare a termine l’acquisto, si sta ancora guardando intorno o non ha ancora manifestato le sue esigenze? Per ognuna di queste posizioni è chiaro che occorre dare vita a strategie differenti per convincere il potenziale cliente a percorrere “l’ultimo miglio” e portarlo alla conversione.

Domanda latente e consapevole: quando il desiderio è tutto

È chiaro che per una strategia ben articolata e studiata prima che alle piattaforme da utilizzare si deve dare uno sguardo alla posizione che il nostro target ha all’interno del funnel. Ecco allora che possiamo distinguere tra:

  • domanda latente: siamo di fronte a un utente non ancora ben consapevole delle proprie esigenze. La sua non è una vera e propria ricerca attiva. Lavorare su un utente simile vuol dire saper attirare la sua attenzione e risvegliare in lui bisogno che neppure sapeva di avere.
  • domanda consapevole: l’utente ha chiaro il suo obiettivo o desiderio. Sarà compito dell’azienda o del brand riuscire a imporsi sulla concorrenza e convincere il potenziale acquirente a procedere all’acquisto.

Se hai ancora delle domande rivolgiti al nostro servizio di web marketing!