Il Cyber Security Report 2014 sostiene che le amministrazioni pubbliche siano le più vulnerabili agli attacchi informatici.

Comuni, Asl, Pubblica amministrazione italiana e ospedali sono le realtà più vulnerabili agli attacchi degli hacker.

In certi casi gli hacker arrivano a veri e propri furti di identità: dati sanitari, storico delle malattie e operazioni, cambi di residenza, domicilio… tutto a portata di mano degli hacker.

Secondo il rapporto, solo 22 delle 42 amministrazioni centrali analizzate, e nessuna delle Regioni prese in considerazione, hanno un livello sufficiente di difesa e consapevolezza su rischi informatici e privacy online. 68 comuni su 79 risultano essere in difficoltà, e nessuno ha ancora sviluppato efficaci metodi di difesa.

 

Gli unici che si salvano sono l’Inps, la Corte dei Conti e il Friuli Venezia Giulia.

 

213 amministrazioni pubbliche sono state prese in esame, tra cui 42 amministrazioni centrali come i ministeri, 117 comuni, 19 regioni. Per ogni ente sono state sottoposte ad esame sia i sistemi utilizzati per la protezione di dati, sia l’organizzazione interna per la sicurezza informatica, a partire da un questionario che riguarda la consapevolezza dell’amministrazione nei confronti della cybersecurity.

 

Il rapporto ha evidenziato che lo scorso anno gli attacchi agli ospedali per rubare dati e identità sono aumentati del 200% e quelli rivolte alle amministrazioni pubbliche sono state oltre 10mila.

 

Anche se il problema è diffuso su tutto il paese, la situazione è migliore al Nord, mentre al Sud e al Centro si sta aggravando. Una criticità emersa dai discorsi di Roberto Baldoni, esperto del CIS, è che gli esperti di sicurezza informatica nel nostro paese sono ancora troppo pochi, e raramente rimangono nella pubblica amministrazione, perché preferiscono seguire il mercato.