Prevista dal Regolamento Europeo privacy l’introduzione del Privacy Officer, un gruppo di specialisti per la protezione dei dati personali.

 

In questi giorni si è ricominciato a parlare del documento di regolamentazione europeo della privacy, il quale, nel momento in cui dovesse diventare valido, richiederebbe ad enti pubblici e aziende che trattano dati di più di 5000 interessati nell’arco di un anno di appoggiarsi ad un gruppo di consulenza per la protezione, rinominato Privacy Officer .

 

Tale gruppo, che sarà obbligatorio per il settore pubblico e volontario per quello privato, si comporrà di elementi che, secondo le linee guida del documento, dovranno avere capacità di analisi e problem-solving sia nel ramo informatico che in quello giuridico. I consulenti scelti avranno un carica biennale rinnovabile e si interfacceranno direttamente con i vertici degli enti per supervisionare ogni passaggio della conservazione delle documentazioni riguardanti i dati personali: tra questi passaggi sono compresi l’implementazione delle policies per la privacy e la notifica agli interessati in caso di violazione della sicurezza.

 

Privacy Officer o Titolari: a chi va la responsabilità?

 

L’introduzione di questo servizio di consulenza sta già sollevando la questione in merito a chi, tra il Privacy Officer e i titolari, debba assumersi le responsabilità legali e in molti sostengono che l’Officer abbia una funzione prima di tutto di garanzia, piuttosto che di vigilanza, a causa del suo ruolo professionistico. Su questo punto si sono già espressi il Garante per la privacy italiano Antonello Soro e quello europeo Giovanni Buttarelli, i quali hanno sottolineato la necessità di stendere un documento per la regolamentazione di queste figure per quel che riguarda aggiornamenti, certificazioni e assicurazioni.

 

Tutelare la privacy e l’economia

 

Lo stesso Soro ha sottolineato la necessità di un servizio di questo tipo non solo per garantire la dignità e la sicurezza degli utenti, ma anche per prevenire danni economici causati dagli attacchi ai dati personali, stimati in miliardi di euro.

 

In aggiunta a ciò, oltre a comportare una maggiore protezione dei dati, il Privacy Officer rappresenta una grande possibilità per il mercato del lavoro, dal momento che, secondo le stime di Federprivacy, apporterebbe una richiesta di figure professionali per un numero tra i 25 mila e i 75 mila.