Il report di Trend Micro sul cybercrime in Italia evidenzia, in questi primi tre mesi del 2016, un netto aumento delle app malevoli. In calo i malware.

 

I malware sembrano diminuire, crescono però le visite ai siti maligni e soprattutto le installazione di app compromesse: questi i dati rilevati da Trend Micro, relativi al primo trimestre del 2016 in Italia. Nel dettaglio le app malevoli scaricate sono state ben 392.715, a fronte delle 290.003 registrate nell’ultimo trimestre del 2015.

 

Buone notizie, come detto, dal lato dei malware: in questi primi 3 mesi del 2016 sono stati 3.912.753 quelli rilevati, contro i 4.139.744 riscontrati nel report relativo al trimestre finale del 2015. Diminuiscono vertiginosamente anche i pc infetti da malware provenienti dall’online banking, passati dagli 11.0197 ai 1.523.

 

Nonostante questo, nelle scorse settimane Trend Micro ha voluto mettere in guardia dalla “truffa del CEO”, con i malintenzionati che, utilizzando tecniche di Business E-mail Compromise, si spacciano per top manager nel testo delle mail. Un fenomeno da non sottovalutare, dato che si stima abbia già causato danni per 2,3 miliardi di dollari alle aziende, stando a quanto riportato dall’FBI.

 

Dai laboratori di Trend Micro è stata rilevata una forte crescita di questi tipi di attacchi alle aziende europee dall’inizio del 2016, in concomitanza con una diminuzione degli stessi in USA e Canada. Obiettivo del cyber attacco è entrare in possesso dell’account email legato ad una figura executive dell’azienda al fine di deviare somme di denaro consistenti verso conti fraudolenti. Facendo ad esempio finta di essere l’amministratore delegato dell’azienda, i cyber criminali sono in grado di trasferire soldi aziendali, arrivando anche ad indurre gli altri membri dell’azienda a farlo.

 

Una truffa che ricorda molto lo spear phishing, in cui si incappava in una mail che sembrava provenire da un nostro contatto e che in realtà conteneva un virus. In questo caso invece la difficoltà aumenta, perché il malware è opzionale o addirittura assente: il malintenzionato infatti crea messaggi mail il più familiari possibili, al fine di ridurre al massimo i sospetti del destinatario.