Una ricerca di F-Secure e Mwr Infosecurity conferma come, dopo 40 anni, lo spam via mail sia ancora la scelta più comune per l’invio di virus malevoli.

 

Il primo messaggio spam fu inviato il 3 maggio del 1978 per scopi commerciali; questa “invenzione” la si deve a Gary Thuerk, responsabile marketing di una società informatica, la Digital Equipment Corporation.

 

Dopo 40 anni dalla sua nascita, lo spam è ancora l’arma più usata dagli hacker. Ad evidenziarlo una ricerca, curata da F-Secure e Mwr Infosecurity, che pone l’attenzione sul fatto che ai cybercriminali basti aggiungere pochi accorgimenti a questo metodo di attacco per raggiungere i loro obiettivi: inviare virus malevoli.

 

Tra i campioni di spam rilevati nella primavera del 2018, quasi la metà (il 46% per la precisione) riguardava truffe legate ad appuntamenti e dating online, un altro 23% e-mail con allegati malevoli e il restante 31% conteneva invece collegamenti web a siti malevoli.

 

La tecnica, oggi come allora, si basa sull’invio di una gran quantità di mail per catturare un determinato numero di utenti. Ma nel tempo i criminali informatici hanno continuato a ridefinire le loro tattiche per ottenere risultati sempre migliori: “È diventato un vettore di attacco con un successo crescente, con tassi di click in crescita dal 13,4% nella seconda metà del 2017 al 14,2% nel 2018″, ha sottolineato Adam Sheehan, di Mwr Infosecurity.