Nel primo semestre del 2018 è stato registrato un aumento del 31% delle minacce alla cybersecurity.

 

 

730 attacchi gravi: questo è quanto rilevato dal rapporto Clusit sulla cybersecurity relativo al primo semestre del 2018. Ben il 31% in più rispetto al periodo precedente, con una media di 122 attacchi gravi al mese (94 nel 2017), il valore più alto negli ultimi 4 anni.

Nonostante la crescente spesa per i sistemi di protezione informatica, gli attacchi continuano a crescere, sia per numero che per gravità, al punto da fare del primo semestre 2018 il peggiore dei sempre.

 

Automotive il settore più colpito

A fare maggiormente le spese è il mondo dell’Automotive, complice l’introduzione dell’IoT nelle auto, dove l’aumento è del 200%. Segue l’ambito Ricerca/Educazione (+128%), quello dell’Hospitality (hotel, ristoranti, residence) con un +69% e la Sanità (+62%).

Tuttavia, sempre più frequente sta diventando il metodo a target multipli, che rappresenta il 18% degli attacchi totali: si tratta di una serie di attacchi lanciati contemporaneamente ad aziende di più settori.

 

Le tecniche più usate

Per quanto riguarda le metodologie d’attacco, la più usata risulta essere il malware, utilizzato nel 40% dei casi e in aumento del 22% rispetto al 2017. Di questi malware, il 43% è rappresentato da ransomware e cryptominers. Lo stesso incremento è stato fatto registrare dalle azioni di phishing e di social engineering.

 

Attacchi sempre più economici

L’utilizzo di tecniche semplici come i malware, il phishing o i DDOS rappresenta il 61% delle modalità di attacco. Questo dato fa riflettere, dato che mostra la tendenza ad utilizzare attacchi dai costi bassi e in continua riduzione. Ciò significa che tali risorse sono sempre più facili da reperire ed impiegare, ma anche che, nonostante la loro semplicità, sono ancora difficili da prevenire e annullare.