Un attacco su scala mondiale può arrivare a fare danni per 53 miliardi di dollari, pari a quelli causati da una calamità naturale.

 

Dire che un attacco alla cybersecurity è una catastrofe per le aziende non è mai stato così corretto. Da un report presentato dai Lloyd’s e da Cyence, azienda specializzata nell’analisi dei rischi digitali, l’impatto economico stimato per un attacco a un provider cloud è di 53 miliardi: una vera calamità, se si pensa che l’uragano Sandy del 2012 ha causato danni per una cifra tra i 50 e i 70 miliardi.

 

L’indagine, che ha lo scopo di stimare i costi delle violazioni in Rete (impresa non semplice), ha evidenziato anche che molte delle aziende non hanno una copertura assicurativa dedicata alle perdite digitali (anche se la richiesta è in aumento).

 

Lo scenario dei danni informatici

 

53 miliardi è il valore massimo che un attacco può raggiungere, ma quali sono i costi intermedi delle varie violazioni? L’indagine parla di 4,6 miliardi per i grandi casi di interruzione del servizio cloud e di 9,7 miliardi per quelli che interessano le vulnerabilità dei software di massa. Cifre che sminuiscono gli effetti di attacchi come il recente WannaCry, che ha colpito più di 100 paesi e causato “solo” 8 miliardi di danni.

 

Per quanto riguarda la mancata copertura assicurativa, si parla di 45 miliardi per il cloud e di 26 miliardi per le vulnerabilità dei software. La percentuale delle perdite coperte, invece, è rispettivamente del 17% e del 7%.

 

Il CEO di Lloyd’s, Inga Beale, ha commentanto il report affermando che offre una panoramica chiara dei danni ai quali l’economia globale può andare in contro e che il suo scopo è quello di far comprendere al pubblico l’entità dei rischi.