Con l’ipotetico accordo tra Snapchat e Twitter, presto potremo guardare le partite sui social network, come accade già da qualche tempo negli Stati Uniti.

 

Snapchat si è quotata in borsa. E nonostante a 2 settimane di distanza il titolo sia scambiato a un valore più basso del 20%, la raccolta totale è stata di più di 3 miliardi di dollari. Il quesito allora sorge spontaneo: cosa farne? Una proposta indecente sembra farsi strada tra le mura di Wall Street: acquisire Twitter.

 

L’azienda di Jack Dorsey è praticamente in vendita dalla metà del 2016, quando i trimestri chiusi in perdita hanno iniziato ad accumularsi e il valore dell’azione a scendere drasticamente. Nonostante i 100 milioni di utenti attivi su Twitter quotidianamente, il social ha iniziato a riscontrare sempre maggiori difficoltà sia nell’incrementare il numero di utenti che nel trasformarli in guadagni.

 

Da quel momento in poi, si sono fatti avanti tanti pretendenti: Salesforce, Google, Disney, Microsoft e Apple, prima seducendo e poi abbandonando Jack Dorsey all’illusione di poter chiudere l’affare divenuto sempre meno verosimile. Altrettanto inverosimili, ma un po’ più sensate, potrebbero invece essere le nozze tra Snapchat e Twitter.

 

Un po’ perché, ad oggi, la prima vale quasi tre volte la seconda, un po’ perché i due social media vantano pubblici quasi diametralmente opposti, e la loro “fusione” sancirebbe anche quella tra la generazione perduta dei post-millennials a quella più adulta e sarcastica che ama scambiarsi pareri a colpi di tweet. Questo darebbe poi agli inserzionisti la grandissima opportunità di raggiungere tutte le fasce d’età in un colpo solo con la loro attività promozionale, che poi rappresenta la prima fonte di guadagno per entrambe le società.

 

 

Twitter e Snapchat come piattaforme delle future dirette sportive

 

Ma la sinergia più interessante che potrebbe scaturire da questa ipotetica acquisizione si rifletterebbe su un fenomeno dal grande impatto mediatico: le dirette degli eventi sportivi. Nessuno dei due social è nuovo ad iniziative di questo tipo. Ad aprile 2016 Twitter ha stretto una partnership con la NFL, la maggiore lega professionistica di football americano, e a fine ottobre dello stesso anno ha replicato l’esperimento con Wimbledon. Dall’altra Snapchat, ovviamente, non è rimasto certo a guardare: in concomitanza con Twitter, ha siglato un accordo con la NFL per dedicarle il primo canale sportivo nella sezione Discover.

 

C’è un altro social però che, immancabilmente, ha lavorato alla medesima idea. Facebook vanta infatti la trasmissione in diretta di una serie di partite delle nazionali di basket statunitensi e di altrettanti incontri sportivi, a cui si aggiunge la recente notizia di un accordo con la Major League Soccer per la trasmissione di ventidue partite di calcio.

 

Unire Snapchat e Twitter significherebbe così due cose: da un lato, unificare gli accordi esclusivi presi dalle due compagnie con le rispettive leghe e associazioni, amplificando l’ammontare dei diritti acquistati e creando così una cassa di risonanza in grado di ampliare il bacino di utenti e di attrarre quindi un numero maggiore di sponsor e inserzionisti. Dall’altro, acquisire un potere contrattuale e una dimensione tale da poter competere con Mark Zuckerberg e non solo.

 

Sì, perché se il fenomeno prendesse forma in Italia (così come negli USA), non sarebbe così surreale ipotizzare che nel futuro prossimo futuro guarderemo Champions League e Serie A in esclusiva sui social network, perdendo così il vincolo del luogo fisico e della presenza del televisore. Basterà infatti una buona rete Wi-Fi (o una corposa dotazione di Giga) e un pratico smartphone, tablet o pc portatile per godersi la partita dove e come si preferisce.