Più di trenta applicazioni per Android starebbero condividendo dati personali con Facebook senza il loro consenso. Nuovo scandalo in vista?


Un nuovo scandalo potrebbe presto coinvolgere Facebook, il popolare social di Mark Zuckerberg. Secondo un rapporto stilato dalla britannica Privacy International, 34 popolari applicazioni per Android starebbero condividendo alcuni dati personali con Facebook senza il consenso degli utenti. E questo anche nel caso in cui gli utenti non siano iscritti al social network.

Tra le applicazioni Android coinvolte in questo scandalo di diffusione di dati figurerebbero, tra le altre, Skyscanner, Tripadvisor, Kayak, Spotify e Shazam. Le informazioni condivise con la piattaforma non comportano un’immediata identificazione dell’utente, ma consentono di profilarlo. Questo può significare che, a seconda di ciò che ascoltiamo ad esempio su Spotify, Facebook riesce ad identificarci anche se non stiamo utilizzando il social o addirittura anche se non siamo in possesso di un suo account.

Una chiara violazione al GDPR

Dopo Cambridge Analytica, un altro scandalo sembra coinvolgere il social, ma stavolta il problema non sarebbe solamente etico: queste applicazioni starebbero infatti violando anche il GDPR, il nuovo regolamento europeo sulla protezione della privacy, entrato in vigore a maggio del 2018.

A seguito del GDPR, Facebook ha distribuito un kit per sviluppatori che dà la possibilità alle app di chiedere il consenso degli utenti sulle informazioni. Tuttavia, numerose applicazioni utilizzano ancora versioni precedenti del kit, che non consentono quindi di ottemperare al regolamento UE.

Questo fa sì che tutte le app citate in precedenza si pongano in chiara violazione delle condizioni europee in materia di privacy e che dovranno quindi mettersi a norma il prima possibile. Oltre a pagare una sanzione di non indifferente.