Il colosso di Menlo Park avrebbe chiesto alle banche americane i dati dei loro clienti per sviluppare nuovi servizi e funzionalità legati al mondo della finanza.

 

Secondo un’inchiesta del Wall Street Journal, Facebook avrebbe chiesto alle banche americane di condividere informazioni dettagliate dei clienti, al fine di sviluppare nuovi servizi finanziari sulla piattaforma.

Facebook, riporta il giornale, ha avuto colloqui con JPMorgan, Wells Fargo, Citigroup Inc., Us Bancorp per ottenere informazioni relative ai conti correnti e ai movimenti effettuati dai clienti con carte di credito e bancomat. Un pacchetto di dati che, unito a quello (vastissimo) già in possesso del social network, darebbe vita a una profilazione dell’utente molto dettagliata, soprattutto in chiave finanziaria.

Mettendo un po’ le mani avanti, visti i trascorsi con lo scandalo Cambridge Analytica, Menlo Park ha già annunciato che non intende sfruttare le informazioni per profilare gli utenti né per inviare pubblicità mirate, ma solo per ospitare su Messenger funzionalità che mostrerebbero agli utenti il saldo del conto corrente o per ricevere in modo rapido informazioni su tentate truffe.

Occorre ricordare che Facebook, nel 2015, ha lanciato un servizio di money transfer attraverso la piattaforma Messenger (in Italia il servizio non è attivo) e che non ha mai nascosto le sue ambizioni di lanciare servizi finanziari che potessero integrare (o sostituire) quelli offerti oggi dalle banche. Per questo motivo la partnership con alcuni grandi colossi creditizi potrebbe aver dato a Zuckerberg la spinta necessaria allo sviluppo di nuovi strumenti legati alla finanza.

 

La difesa di Facebook

Elisabeth Diana, portavoce di Facebook, ha spiegato al Wsj che «non usiamo i dati degli acquisti dalle banche o da compagnie di carte di credito a scopi pubblicitari. Inoltre, non abbiamo relazioni speciali, partnership o contratti con banche o aziende di carte di credito per usare i dati relativi agli acquisti dei loro clienti per fare pubblicità». La stessa Diana ha aggiunto che «come altri gruppi online, parliamo regolarmente con le istituzioni finanziarie su come migliorare le esperienze commerciali della gente, come migliorare il customer service. Una parte essenziale di questo sta nel tenere al sicuro le informazioni delle persone».

Intanto Trish Wexler, portavoce di JP Morgan, ha spiegato che la banca «non sta condividendo» alcun dato. Ma questa storia estiva sembra aver aperto un nuovo fronte in grado di dire ancora molto. Al centro, anche stavolta, i dati degli utenti.