Ve lo ricordate il Grande Fratello?

Non stiamo facendo riferimento al reality show, bensì al romanzo di George Orwell in cui una sorta di grande occhio spiava tutta la civiltà.

Adattato ai nostri giorni, il Big Brother potrebbe essere rappresentato da Facebook, che nel 2012 ha effettuato un esperimento social per manipolare le emozioni di circe 700mila utenti. Lo studio è stato recentemente pubblicato su Proceedings of the National Academy of Science e prevede risultati a dir poco sconvolgenti.

Quando è stato condotto l’esperimento?

I dati risalgono a una singola settimana del 2012, in cui la società avrebbe volutamente alterato gli algoritmi per la riproduzione di contenuti delle pagine di 689.003 utenti per capire come i post positivi e negativi che compaiono sul Newsfeed (cioè la bacheca) influiscano emotivamente su chi legge.

 

Le condizioni di utilizzo di Facebook non sono state violate?

Secondo i ricercatori, questo tipo di manipolazione dei dati è in accordo con le Condizioni che autorizzano la società a raccogliere informazioni per le operazioni interne, incluse la risoluzione dei problemi, analisi dei dati, ricerca e miglioramento del servizio. MA non è specificato se quello che gli utenti vedono in bacheca possa essere manipolato e che le loro azioni possano rientrare in un esperimento scientifico completamente sconosciuto ai più.

 

Come si è svolto l’esperimento?

I post pubblicati dagli “utenti cavia” non venivano alterati dal sistema e potevano essere visualizzati in bacheca secondo le impostazioni della privacy dell’utente.

I test hanno dimostrato che l’apporto emotivo di un post può influenzare emotivamente anche gli altri utenti, in quanto chi ha ricevuto contenuti positivi si è dimostrato più positivo nelle attività dei giorni a seguire sui social. Invece chi è entrato in contatto con contenuti emozionali negativi è stato contagiato anche nell’umore. L’umore è contagioso, e, secondo questo studio, anche un semplice contenuti testuale può essere sufficiente per il contagio emotivo.

Indagine Facebook sull

Lo studio ha suscitato numerose polemiche e ha indignato la popolazione del web, per via del compimento senza preavviso della sperimentazione, avvertito letteralmente come un abuso di potere da parte della società di Zuckerberg.

 

Perché un’iniziativa di questo tipo?

La risposta è stata data sul profilo di Kramer, uno dei ricercatori di Facebook e co-autore dello studio, che ha spiegato che l’operazione sia stata a pure scopo di indagine.

“Abbiamo effettuato questa ricerca perché ci preoccupiamo dell’impatto emotivo di Facebook sulle persone che utilizzano il nostro prodotto. Abbiamo ritenuto che fosse importante studiare una credenza popolare, secondo la quale la gente si sente negativamente o emarginata dopo aver letto continui contenuti positivi da parte di amici. Allo stesso tempo, eravamo preoccupati che l’esposizione alla negatività degli amici potesse portare le persone ad abbandonare Facebook”.

 

In un’intervista al Guardian, Facebook ha dichiarato che la ricerca è stata concepita per “migliorare i nostri servizi e per rendere i contenuti che la gente vede su Facebook il più rilevanti e coinvolgenti possibile“. Tuttavia, la società di Palo Alto non ha escluso che esperimenti di questo genere possano ripetersi in futuro. Attenzione a quello che vediamo in bacheca!