Nella speranza di rassicurare la autorità cinesi, Facebook si censura, sviluppando uno strumento per nascondere alcuni contenuti.

 

Zuckerberg è veramente pronto a tutto pur di espandere il suo impero in Cina: e si capisce, visto che è lo stato più popolato al mondo con oltre 1 miliardo di persone. Per accontentare la autorità cinesi, pare che Facebook stia sviluppando uno strumento  in grado di censurare i suoi stessi contenuti. A lavorarci sarebbe un team di progettisti guidato dal vicepresidente Vaughn Smith: il gruppo sta creando un software in grado di controllare quali notizie e argomenti possono arrivare nel News Feed degli utenti. Secondo il New York Times, non sarà Facebook l’azienda direttamente responsabile del blocco di contenuti, ma un’azienda cinese.

 

Il problema etico della censura

In Cina non è possibile collegarsi a Facebook, così come a Twitter, Dropbox e altre piattaforme social; l’unico modo per aggirare il blocco è usare una vpn, una rete di telecomunicazioni privata. In Cina oltre 721 milioni di persone usano internet, più del 50% della popolazione; ma è un uso “mozzato”, non veramente al pieno delle sue potenzialità.

Zuckerberg afferma che “È bene che Facebook contribuisca a rendere possibile una conversazione, anche se non ancora completamente libera”. Insomma, il social blu tenta di minimizzare gli enormi interessi economici che ci sono dietro l’operazione cinese, giustificando il compromesso con il governo sulla censura di contenuti.

Come se non bastasse, l’iniziativa è stata resa nota proprio nei giorni della bufera delle notizie false diffuse da Facebook durante la campagna presidenziale deli USA; ma Zuckerberg non è interessato a reagire con vigore alle accuse e dichiara che bisogna “usare estrema prudenza nel farsi arbitri della verità”. Ma a quanto pare, quando Facebook si rivolge alla Cina il metro di giudizio però può non essere lo stesso.