All’atto pratico ci aspettiamo diversi milioni di € nelle casse dell’erario italiano, ma Facebook potrebbe trovare un nuovo escamotage…

 

Le voci che circolavano sono state confermate da un comunicato di stampa ufficiale: Facebook passerà presto a strutture di vendita locali nei Paesi dove è presente un ufficio che vende e dà supporto agli inserzionisti locali. In poche parole, quando il passaggio sarà completato (entro la prima metà del 2019), i ricavi pubblicitari realizzati dai team locali di Facebook (Italia inclusa) non saranno più contabilizzati esclusivamente a Facebook Ireland, ma dalla società presente in quel paese, e lì pagate le relative tasse.

 

Dave Wehner, direttore finanziario del colosso, ha dichiarato come questa decisione vada incontro alle richieste di maggiore visibilità da parte dei governi locali. Non è quindi un caso che arrivi subito dopo le dichiarazioni di Margrethe Vestager, Commissaria europea alla concorrenza, che in un suo intervento ha chiesto la rapida introduzione del country-by-country reporting, cioè una normativa chiara che obblighi le multinazionali a pubblicare quante tasse pagano in ciascun Paese. Un altro stimolo potrebbe essere arrivato anche dall’accordo che ha visto Apple cedere al pagamento di 13 miliardi di dollari al governo di Dublino.

 

 

Entro il 2019 Facebook completerà tutti i passaggi

 

Gli uffici coinvolti nella “conversione” sono più o meno 30 in tutto il mondo e il passaggio inizierà nei primi mesi del 2018, per poi concludersi entro la metà del 2019. Anche l’Italia sarà ovviamente coinvolta: per noi il passaggio, stando alle prime indiscrezioni, si dovrebbe concludere entro l’estate 2018. Da quel momento i ricavi contabilizzati nel nostro Paese saranno soggetti alla fiscalità italiana e, dopo il necessario tempo di adeguamento, potrebbero iniziare a fluire nelle casse erariali diversi milioni di € che fino a ieri erano destinati al governo Irlandese.

 

Dal nostro ministero dell’economia traspare soddisfazione per la decisione: “si tratta di un cambiamento importante e che va nella direzione giusta: assicurare che i redditi siano dichiarati e tassati dove vengono prodotti”. Alla nostra classe politica va riconosciuto il merito di aver portato all’attenzione dell’Europa questa vicenda già diverso tempo fa.

 

Parlando di numeri, si stima che a fronte di quasi 7,5 milioni di € di servizi venduti in Italia nel 2015, Facebook abbia versato al nostro fisco più di 200 mila euro di tasse. Grazie al nuovo sistema, il social network pagherà le tasse in Italia per i servizi qui venduti, ma, trattandosi di tasse basate sugli utili, l’erario rischia di non vedere arrivare i versamenti sperati. Gli esperti temono infatti che Facebook possa applicare il transfer pricing, in maniera tale da fare aumentare i costi dei prodotti italiani riducendo gli utili, da cui le tasse. Tutto comunque è ancora da vedere e sarà altrettanto importante capire come si muoveranno gli altri big del web, ora che l’attenzione è alta.