Per questo motivo l’FBI ha chiesto e ottenuto l’annullamento della sentenza. Quali le modalità utilizzate dai federali per sbloccare il dispositivo?

 

Una svolta davvero clamorosa per il caso Apple-FBI. È stata infatti annullata l’udienza prevista per il giorno 22 marzo sulla controversia tra il colosso americano e l’organo federale sullo sblocco dell’iPhone appartenente al killer della strage di San Bernardino, attentato in cui lo scorso 2 dicembre persero la vita ben 14 persone.

 

Dopo aver invano tentato di ottenere dall’azienda di Tim Cook l’accesso ai dati del telefono del killer, le autorità dell’FBI, in un documento presentato al tribunale della California, hanno dichiarato che pensano di aver trovato un possibile metodo alternativo per accedere al cellulare senza la necessità di un intervento di Apple. Da qui la richiesta (poi accettata) di annullamento dell’udienza, per poter così verificare che la procedura di sblocco sia valida.

 

Stando al documento presentato lunedì sera in tribunale dal Dipartimento di giustizia, un terzo soggetto (ancora assolutamente anonimo) ha fornito all’FBI un sistema per sbloccare l’iPhone del killer, inducendo così i federali a tentare questa strada. Come detto, non si è ancora certi che la soluzione funzioni al 100%, ma l’uscita di scena dell’FBI a poche ore dall’udienza lascia davvero pochi dubbi.

 

Con questa mossa, l’organo federale evita un duro confronto su una tematica considerata dai più esperti come lo spartiacque nel dibattito fra sicurezza e privacy. Apple ha da sempre rifiutato di sbloccare l’iPhone come richiesto dall’FBI, portando l’attenzione al fatto che la creazione di un codice di sblocco avrebbe messo in grave pericolo milioni di clienti. Queste le parole di Tim Cook, CEO di Apple, alla presentazione del nuovo iPhone SE, avvenuta poche ore prima dell’annullamento della sentenza:

“Ci sono nel mondo un miliardo di dispositivi Apple e questo mostra l’impatto forte che abbiamo. Un impatto che implica anche responsabilità. Abbiamo la responsabilità di proteggere i vostri dati e la vostra privacy. Non ci tireremo indietro da questa responsabilità”

 

 

Apple-FBI: cosa può succedere ora?

 

Risulta davvero complicato, adesso, immaginare quali potranno essere le ripercussioni di questa svolta inaspettata. Al fianco di Apple si erano schierati tutti i colossi del mondo del web: da Facebook a Google, da WhatsApp a Twitter. Quella dell’FBI ha tutta l’idea di essere un’assoluta prova di forza che, difficilmente, troverà grossi consensi. Attendiamo nuovi e ulteriori sviluppi sulla vicenda.