Grazie a questo originale “stratagemma”, Big G ha scritturato Max Rosett, un giovane programmatore statunitense.

Nell’epoca del web 2.0 può capitare anche questo. Cerchi qualche informazione su Phython (linguaggio di programmazione) e pochi mesi dopo ti ritrovi a lavorare al quartier generale di Google.

E’ questa la curiosa storia di Max Rosett, un giovane informatico che, dopo aver cercato su Google (e dove sennò…) delucidazioni tecniche, si è imbattuto in una misteriosa richiesta.

Up for a challenge?

google up for challenge

 

Max, estremamente incuriosito, ha accettato la sfida. Dopo la soluzione dei 6 livelli (nell’arco delle 48 ore previste dal test), puntale è arrivata la richiesta dei dati personali, cui è seguito l’invito ad inviare agli uffici di Mountain View il CV. Pochi mesi dopo, l’assunzione ufficiale, come dimostra il profilo LinkedIn di Max, qui sotto.

Max Rosett su Linkedin

 

Indagando un po’ sulla questione, si è notato come Google abbia già utilizzato in passato le ricerche legate ai linguaggi di programmazione come metodo per la ricerca di talentiNei forum del settore informatico se ne parla già dallo scorso novembre, anche se parecchi confusero il reclutamento di Google per una trovata pubblicitaria atta a sponsorizzare l’uscita di The Imitation Game, il film sulla storia di Alan Turing, il padre dei calcolatori. 

Ora i dubbi sulla credibilità sono fugati e non ci si stupisce più di tanto nel vedere aziende come Google sfruttare i dati a loro disposizione non solo per il miglioramento dell’esperienza dell’utente ma anche per la ricerca strategica di nuove figure.

Presta attenzione a ciò che cerchi…Il prossimo potresti essere proprio tu!