Nel primo trimestre cresce il numero di malware e cyber-attacchi. L’obiettivo preferito? Gli smartphone.

 

 

244 attacchi ogni 60 secondi: questo è il dato emerso dal Labs Report di McAfee sulle minacce rilevate nel primo trimestre del 2017. Uno scenario tutt’altro che rassicurante. Principalmente si tratta di malware, ma un ruolo importante iniziano ad averlo anche le tecniche elusive usate per aggirare gli antivirus: una delle più recenti è quella della stenografia digitale, con la quale vengono inserite informazioni schermate e dannose all’interno delle immagini.

 

Un’altra minaccia che inizia ad apparire sempre più spesso è quella dei password stealer, virus che, come suggerisce il nome, hanno lo scopo di rubare le credenziali di accesso degli utenti. Tra questi, il più pericoloso è risultato essere Fereit, un malware nascosto all’interno degli allegati e che si auto-installa una volta che questi vengono aperti, individuando le password e inviandole ad un server. Molti di questi programmi si sono evoluti negli anni, sfruttando l’e-mail spam e il phishing come veicoli e diventando sempre più difficili da individuare.

 

Il mobile nel mirino dei malware. Ma neanche i Mac sono al sicuro

 

Purtroppo, oltre ad essere il tipo di dispositivo preferito da chi naviga in Rete, il mobile sembra essere sempre più popolare anche tra i malware. Infatti, il numero di virus per smartphone è salito del 57%,

 

La crescente attenzione degli hacker per i dispositivi mobili è senza dubbio dovuta alla sempre maggiore quantità di dati e informazioni sensibili che si trovano a gestire: basti pensare ai telefoni che vengono usati per il BYOD (Bring Your Own Device, ossia “porta il tuo dispositivo), con i dipendenti che usano il proprio smartphone per lavorare con i dati aziendali. Non c’è dubbio che, in questo modo, il mobile diventi un bersaglio interessante.

 

Cattive notizie anche per i possessori di Mac, ritenuti i più sicuri: le minacce per questi dispositivi sono cresciute del 53%. La maggior parte è composta da adware (software pubblicitari invasivi che, oltre a mostrare dei banner, tracciano le attività degli utenti) e da ransomware (malware che blindano i documenti e li rilasciano solo dietro pagamento). In particolare, quest’ultimi hanno fatto registrare un aumento del 59%.

 

Come ci si protegge dai malware?

 

Viste le sempre più numerose minacce, è assolutamente necessario prendere delle precauzioni. Fortunatamente, una di queste misure è il buon senso: prestare attenzione a e-mail sospette e a mittenti sconosciuti, specialmente se contengono link e documenti di natura dubbia. L’antivirus rimane sempre una misura consigliata, anche se in alcuni casi potrebbe non essere sufficiente.

 

Per le aziende che dispongono di siti web e altre applicazioni, non c’è dubbio che il backup su cloud sia un ottima soluzione per proteggere i dati aziendali e garantire la business continuity. Ma in primo luogo è necessario sviluppare un sistema di sicurezza applicativa per tutti gli elementi che gestiscono informazioni sensibili.