Un rapporto rivela quali grandi aziende garantiscono la privacy online e quali comunicano i nostri dati alle autorità.

 

 

Acquisti online, messaggi, prenotazioni di voli e hotel, tutte azioni che compiamo giornalmente e grazie alle quali le aziende raccolgono i nostri dati. Viene quindi spontaneo chiedersi quanto siano al sicuro le informazioni più sensibili.

 

A questa domanda risponde la Electronic Frontiers Foundation (EFF) con il suo report “Who has your back?”, un’analisi delle politiche sulla privacy online attuate dalle compagnie che raccolgono dati sensibili. Di cosa tiene conto l’indagine? I fattori sono diversi e comprendono:

  • L’adesione alle migliori pratiche del settore, ossia la trasparenza nel rapporto con gli utenti e l’accessibilità dei termini e delle condizioni del servizio.

 

  • Comunicazione agli utenti in caso di richieste del governo, visto che siamo tenuti a sapere se le autorità hanno richiesto i nostri dati.

 

  • Impegno a non vendere i propri utenti, vale a dire la decisione di impedire agli sviluppatori di realizzare strumenti di sorveglianza e alle autorità di monitorare i dati raccolti.

 

  • Opposizione alla NFL Gag Order. Questo fattore è tenuto in considerazione negli U.S.A, dal momento che la Sicurezza Nazionale ha la possibilità di richiedere informazioni e dati sensibili senza mandato.

 

  • Adesione alla riforma della legge 702. Altro aspetto esclusivamente americano: in questo caso le aziende si oppongono alle misure di sorveglianza di massa, le quali possono includere i cittadini extracomunitari.

 

Per ogni punto rispettato, le aziende ricevono una stella e, in base alle stelle ricevute, è possibile valutare l’affidabilità di ogni compagnia. Ecco qual è stato il risultato finale.

 

 

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