Utilizzate per creare engagement, le reazioni non potranno più essere usate per alcun meccanismo di voto.

 

Cane o gatto? Crema o cioccolato? Trump o Clinton? Nell’ultimo periodo Facebook è stato invaso da quesiti come questi, tutti sotto forma di sondaggi in diretta. Gli utenti possono dare il proprio parere votando attraverso le Reactions (esempio, Like per l’opzione A, Love per l’opzione B) e generando così un alto flusso di interazioni con le pagine che pubblicano i sondaggi. Spesso i sondaggi sono semplicemente uno strumento per creare engagement, mentre in altri casi vengono sfruttati per capire la preferenza del pubblico tra due prodotti. E questo a Facebook non è piaciuto.

 

Anche se non sono state comunicate posizioni ufficiali, le nuove linee guida parlano chiaro: le reazioni sono pensate per dare più possibilità d’espressione attraverso un gesto rapido e non vanno intese come strumento per aumentare il traffico ai propri canali. Ecco perché il social di Menlo Park ha rilasciato una lista degli utilizzi scorretti delle reazioni.

 

Come non utilizzare le reazioni

 

  • Come meccanismo di voto
  • Come strumento per rappresentare un’azione o un oggetto
  • Come uniche alternative fra molte (esempio, non è permesso spingere gli utenti ad utilizzare solo 2 reazioni su 6, come nel caso dei sondaggi).
  • Come mezzo per influenzare le azioni in una diretta su Facebook
  • Come strumento con funzioni diverse da quella originale, ossia reagire spontaneamente a qualcosa.

 

Niente più sondaggi live?

 

Appena le limitazioni saranno effettive, si assisterà probabilmente alla scomparsa dei sondaggi e dei neonati strumenti per la loro creazione. Questa sarebbe una grossa perdita per le pagine, che hanno trovato in tale strumento un alleato davvero efficace.

 

In ogni caso, sarà meglio tornare a puntare su una sana strategia di social media marketing, per creare coinvolgimento e interesse in maniera naturale e continuativa.