Dopo lo scandalo del Russiagate, il social network di Zuckerberg sarebbe a caccia di esperti abilitati al trattamento di informazioni segrete.

 

Quando i social network diventano i campi sui quali si giocano partite importanti come le elezioni presidenziali negli Stati Uniti, e se tra i giocatori in campo c’è anche la Russia, essi finiscono inevitabilmente nell’occhio del ciclone mediatico.

Esattamente ciò che è successo a Facebook con il Russiagate, lo scandalo che da qualche settimana riempie le pagine dei giornali di tutto il mondo. Il Congresso americano sta indagando sui rapporti non molto chiari tra il Cremlino e Trump prima e durante la sua corsa alla Presidenza della Casa Bianca: pare che l’attuale Presidente degli Stati Uniti sia stato aiutato dal governo russo durante la sua campagna elettorale con mezzi non proprio leciti e con la diffusione di notizie false anche e soprattutto su Facebook.

 

Il ruolo di Facebook nel Russiagate

Facebook è finito nell’occhio del ciclone da quando, per sua stessa ammissione, è emerso che account falsi riconducibili al Cremlino sono riusciti ad acquistare annunci per 100.000 dollari che sono serviti a far circolare false notizie durante la campagna elettorale presidenziale USA del 2016, per diffondere messaggi politici e influenzare il voto.

I vertici di Facebook sapevano a chi stavano vendendo spazi pubblicitari, o sono stati tratti in inganno anch’essi dai fake account russi? Una questione che troverà di certo risposta nelle indagini che sta conducendo l’FBI, ma che scalfisce inevitabilmente l’immagine di paladino dei valori democratici e progressisti che Zuckerberk sta tentando di costruirsi e getta molte ombre sul funzionamento del sistema di inserzioni pubblicitarie di Facebook.

 

Gli esperti di Facebook contro il Russiagate

La società di Menlo Park sta ora collaborando con le autorità statunitensi, ma per correre ai ripari Zuckerberg vuole assumere dei super esperti che abbiano anche l’abilitazione per accedere alle informazioni sulla sicurezza nazionale. Grazie a loro potrà accedere alle informazioni governative sulle potenziali minacce e anticipare eventuali nuove intrusioni da parte di entità esterne che magari, con l’uso di fake news, possano influenzare l’opinione pubblica. I candidati a ricoprire questo ruolo in azienda sono persone che hanno lavorato nei servizi segreti americani o in agenzie collegate all’intelligence.

Di certo, la questione delle pesanti interferenze politiche sul social network e della conseguente diffusione di notizie false non si risolverà in tempi brevi: è lo stesso Zuckerberg ad averlo ammesso in un video live su Facebook il 21 settembre: «Vorrei potervi dire che bloccheremo tutte le interferenze, ma non sarebbe realistico».