Vi siete mai chiesti qual è il rapporto tra coloro che cercano su Google e i risultati forniti dal motore di ricerca della SERP?

I risultati di ricerca di Google hanno subito importanti cambiamenti negli ultimi anni: oggi, quasi tutte le tipologie di query di ricerca producono, oltre ai classici link ipertestuali di colore blu, delle risposte molto elaborate come mappe, immagini e Knowledge Panels. Nella SERP (acronimo che sta per Search Engine Results Page, ovvero la pagina dei risultati di un motore di ricerca), oggi è persino possibile consultare voli e prenotare hotel, attività che inizialmente si potevano effettuare solo su siti web esterni, raggiungibili tramite Google ma non direttamente integrati con il motore di ricerca.

Spesso ci confrontiamo con i nostri colleghi della community del marketing digitale a proposito dei cambiamenti di Google, ma è meno frequente ascoltare le opinioni dell’utente medio, colui che fattivamente compie le ricerche su Google. Vi siete mai chiesti qual è il rapporto che intercorre tra gli individui che interrogano il motore di ricerca di Google e la risposta che ricevono in SERP?

Un interessante articolo sul blog di moz.com discute proprio di questo rapporto. In particolare, l’articolo parla di un sondaggio condotto per Path Intercative su 1400 intervistati, volto a comprendere quali sono le intenzioni di ricerca e la qualità delle risposte fornite in SERP.

Giovani e adulti, differenze di comportamento

Il sondaggio proposto da Path Interactive, che ha intervistato utenti di più paesi (il 72% proveniente dagli Stati Uniti), ha cercato di determinare in che modo i consumatori interagiscono con le tante componenti di una qualunque SERP di Google. Gli intervistati hanno un’età che va dai 13 ai 70 anni, e la maggior parte di loro si è classificato come esperto “basic” in tecnologia.

Qual è, quindi, il comportamento degli intervistati di fronte alla SERP?

I più giovani cliccano per lo più sui primi 2 risultati di Google rispetto alle persone più mature, che invece valutano in modo approfondito più opzioni prima di cliccare sul contenuto di interesse. Un altro dato interessante riguarda sempre il comportamento dei più giovani, che scansionano la prima pagina della SERP prima di cliccare sul contenuto di interesse, rispetto agli adulti che invece scorrono fino alla quarta pagina dei risultati di ricerca per individuare il contenuto sul quale cliccare.

Featured snippet vs ADV

Nel sondaggio veniva chiesto se gli utenti preferivano fare clic sugli annunci a pagamento o sui risultati di ricerca organica: il 72% ha dichiarato di favorire i risultati organici, con il 47% che dichiara di non aver mai fatto click su annunci pubblicitari o comunque raramente. Un altro 19% ha dichiarato invece di aver cliccato su annunci a pagamento e link organici allo stesso modo.

Il sondaggio è anche un interessante spaccato su come i giovani utilizzano Google e i risultati delle loro ricerche. In effetti, sembrerebbe che negli ultimi anni si stia diffondendo un fenomeno che gli editori chiamano “no click”: i giovani che effettuano le ricerche su Google e si imbattono nei featured snippet, letteralmente non fanno click su di essi.

E pensare che i featured snippet sono stati introdotti da Google proprio per facilitare le ricerche degli utenti, dal momento che consistono in veri e propri riassunti forniti dal motore di ricerca in risposta alla query digitata dall’utente e contenenti title, URL, link e un estratto di testo del miglior risultato presente in una pagina web. Gli utenti adulti tendono, invece, a guardare oltre gli snippet per ottenere maggiori informazioni da altri link organici. Ma quasi i tre quarti (il 72,5 percento) di tutti gli intervistati hanno trovato i featured snippet degni di fiducia e attendibili.

E i Knowledge Panel?

Nel sondaggio è stato approfondito anche il rapporto degli utenti con il Knowledge Panel, ossia il pannello che mostra le informazioni su una specifica attività commerciale. Questo pannello contiene la scheda Google My Business, recensioni degli utenti e altre informazioni sull’attività. Il 55% degli intervistati ha affermato di continuare a guardare altri link, mentre solo il 37% ha dichiarato di aver considerato conclusa la ricerca se la risposta era contenuta nel Knowledge Panel.

Riguardo ai risultati e i box mostrati da Google in riferimento a voli, informazioni, schede prodotto, ricette, eventi, il 14% degli intervistati ha ritenuto che la richiesta fosse soddisfatta senza ulteriori ricerche, mentre un altro 43% ha utilizzato queste informazioni insieme ad altre. Infine, il 33% ha dichiarato di ignorare queste risposte e di concentrarsi invece su link organici tradizionali.

Critiche generali a Google

Il sondaggio ha chiesto anche un’opinione agli utenti riguardo Google: in sostanza è stato chiesto se avessero delle lamentele sul motore di ricerca. Il 25% ha dichiarato di non averne, mentre il restante 75% ha dato varie risposte:

  • Per il 24,1% Google mostra troppi annunci a pagamento
  • Il 20,8% degli intervistati sostiene che Google dà priorità alle informazioni provenienti dalle grandi aziende, rendendo difficile per le PMI competere / apparire in SERP)
  • Il 17% sostiene che Google mostri troppe risorse o informazioni di proprietà di Google, alterando i risultati delle SERP a proprio piacimento
  • Il 7,5% afferma di non gradire le implicazioni sul modo in cui gli utenti possono interagire con i contenuti di Google
  • Il 5,5% afferma addirittura che i risultati sono spesso di bassa qualità, inaccurati o distorti

Le giovani generazioni sono quelle a rischio

Alla luce di questi dati emerge un dato abbastanza tranquillizzante per gli addetti ai lavori: il sondaggio indica che gli utenti sono ancora piuttosto inclini a dare importanza ai risultati della SERP, siano essi organici e a pagamento.

Il comportamento da tenere sott’occhio è quello dei più giovani, che sembrano prediligere una lettura superficiale della SERP e che non vogliono approfondire gli altri risultati: un dato che solleva importanti questioni sul ruolo che le informazioni presenti su Google svolgono nelle nostre vite e sulla responsabilità sempre maggiore che il motore di ricerca ha nei confronti delle persone.

Cosa succede, infatti, quando informazioni importanti non soddisfano i criteri di classificazione stabiliti dall’algoritmo di Google, e quindi non vengono mostrate nella SERP? Cosa succede se l’algoritmo limita la possibilità per gli utenti di condividere e scoprire diversi punti di vista? Cosa succede quando le informazioni condivise da Google sono apertamente sbagliate o pericolose?

È importante che Google mantenga i più alti standard di qualità per la visualizzazione di informazioni credibili e affidabili, ma senza intaccare la libertà di parola e la diversità delle idee, che devono rimanere della massima importanza. Le generazioni future si fidano sempre più delle informazioni che scoprono nei primissimi risultati di ricerca della SERP: ecco perché è nostro compito pubblicare sempre informazioni veritiere, ed è compito di Google mantenere vivo lo scambio di opinioni intelligenti!