Sempre più utenti Instagram, stanchi delle continue modifiche, stanno provando questo nuovo social, che garantisce la tutela della privacy.

 

 

Vero è un’app lanciata nel 2015 che alla fine dello stesso anno ha raggiunto la posizione n° 45 dell’App Store, alla voce social network. Da lì in poi una graduale ‘sparizione’ che la portò rapidamente al di fuori delle 1500 principali app per sezione. Questo fino alla settimana scorsa, quando, stando alle elaborazioni di App Annie, sarebbe passata dal numero 566 al numero uno nel giro di pochi giorni.

 

Come mai proprio ora? L’ipotesi più plausibile – sostenuta dagli oltre 500mila post comparsi con l’hashtag #Vero – è da rintracciare nel continuo fastidio degli utenti nei confronti dei numerosi cambiamenti di algoritmo di Instagram. Un malcontento tale da far prevedere che i download di Vero saranno a breve più di 500mila in un giorno.

 

Le variazioni incriminate di Instagram, guardando i post con hashtag, sono sostanzialmente due: il cambiamento del News Feed (non più in ordine cronologico, ma di rilevanza) e l’aumento dei post sponsorizzati. Mentre le ragioni che avrebbero spinto gli utenti verso “il vero social network” (questo il suo slogan) riguardano il desiderio di distaccarsi dalle politiche sulla privacy apportate dalle altre piattaforme social.

 

 

Il social Vero alla prova del 9

 

Chi in questi giorni l’ha provato, ha notato due lampanti differenze rispetto all’attuale panorama social: l’assenza di pubblicità e la visualizzazione cronologica dei post. Esattamente come si presentava Instagram prima dell’arrivo in massa dei brand, degli algoritmi e delle Stories. Anche le Stories, il formato del momento, non sono presenti all’interno di Vero, così come non è possibile, almeno per adesso, effettuare dirette streaming,

 

Inutile nasconderlo: inevitabilmente anche per Vero arriverà il tempo di pensare a come monetizzare, dato che, volendo tenere alto il vessillo della protezione della privacy, vuole lavorare solamente con le informazioni base degli utenti e non cederle a terze parti. Secondo Mashable il social starebbe pensando a abbonamenti di “pochi dollari all’anno” per l’uso dell’applicazione.

 

Sarà sicuramente interessante scoprire come riuscirà a ‘sopravvivere’ Vero, un concorrente dei grandi social a cui mancano molte delle funzioni e che presto avrà bisogno di future sottoscrizioni a pagamento. Nel caso riuscisse nell’impresa, sempre tenendo fede alle promesse di protezioni dati, dovranno andare tutti a scuola dal suo fondatore Ayman Hariri.