Nel mirino dell’autorità italiana per la privacy il trattamento dei dati degli utenti di WhatsApp forniti al social network per finalità di marketing.

 

La novità è stata annunciata a fine agosto: a più di due anni dall’acquisto di WhatsApp ad opera di Facebook, i due colossi hanno annunciato un’inedita condivisione di dati. Nell’ultimo mese infatti molti utenti hanno notato gli effetti di questo mescolamento di informazioni. Su tutti il suggerimento dell’amicizia su Facebook di persone con cui abbiamo interagito recentemente col comunissimo servizio di messaggistica.

 

Il Garante italiano per la privacy ha però voluto vederci chiaro e ha avviato un’istruttoria: la richiesta è quella di venire a conoscenza, nel dettaglio, di “tutti i dati che WhatsApp mette a disposizione di Facebook, le modalità per la acquisizione del consenso da parte degli utenti alla comunicazione dei dati e le misure per garantire l’esercizio dei diritti riconosciuti dalla normativa italiana sulla privacy, considerato che dall’avviso inviato sui singoli device la revoca del consenso e il diritto di opposizione sembrano poter essere esercitati in un arco di tempo limitato”.

 

Ed è proprio così: la revoca è effettuabile solamente nei 30 giorni immediatamente successivi all’accettazione. Lo sguardo del Garante si è soffermato sul principio di finalità di questa condivisione dati, dal momento che l’informativa inizialmente fornita agli utenti WhatsApp non faceva alcun riferimento alla finalità di marketing.

 

“Il flusso massiccio di dati non interessa solamente gli utenti di Facebook o WhatsApp, ma si estende anche a chi non è iscritto a nessuno dei due servizi, i cui dati vengono comunicati per il semplice fatto di trovarsi in una rubrica telefonica di un utente di WhatsApp», ha aggiunto il presidente del Garante Antonello Soro.

 

Questa la risposta di WhastApp alla notizia, affidata ad un portavoce aziendale:

“Il nostro servizio è conforme alla legge sulla protezione dei dati dell’Ue. Lavoreremo con il Garante della Privacy italiano nel tentativo di rispondere alle loro domande e di risolvere eventuali problemi”.

 

 

WhatsApp e Facebook: la Germania ordina lo stop

 

Più drastica, invece, la reazione della Germania. L’autorità per la tutela della privacy tedesca ha imposto a Facebook di eliminare qualunque dato già ottenuto tramite WhatsApp da parte dei circa 35 milioni di utenti della Germania, ricordando come il social network, per rassicurare le autorità, si era impegnato a non condividere tali informazioni. Raccolta dati che, stando a Facebook ancora non sarebbe avvenuta.  In ogni caso il divieto è da considerarsi immediato, in attesa che il social network presenti ricorsi presso un tribunale di Amburgo.

 

“Devono essere gli utenti a decidere se voler collegare i loro account con Facebook” ha dichiarato il garante tedesco per la protezione dei dati personali Johannes Caspar. Insomma, sono le parti che si devono invertire: è Facebook a dovere chiedere loro il permesso, senza considerarlo per assodato. Caspar ha dichiarato inoltre di voler attivare un coordinamento con authority di altri paesi europei per impedire il passaggio di dati dall’app di messaggistica a Facebook.