Yahoo! ha confermato che nel 2014 i dati di un mezzo miliardo di suoi user sono stati rubati da un hacker, probabilmente sostenuto da uno Stato.

 

Un furto record da mezzo miliardo. 500 milioni non di euro o dollari, ma di informazioni personali di utenti di siti internet, oggi sempre più difficili da proteggere. Yahoo!, una delle prime società fornitrici di servizi internet, ha svelato che due anni fa i dati relativi ad almeno mezzo miliardo di suoi iscritti sono stati rubati da quello che è stato individuato come “un protagonista sostenuto da uno Stato”.

 

Nel tentativo di placare gli animi, l’azienda ha aggiunto come, probabilmente, in gioco non siano finite informazioni finanziarie quali conti bancari, pagamenti e carte di credito. Yahoo! ha anche precisato che le indagini, condotte con le autorità federali statunitensi, abbiano indicato che non ci siano ancora tracce del famigerato protagonista dell’attacco.

 

Il nuovo caso è solo l’ultimo, e forse il più eclatante, di violazione di reti Internet dai più considerate sicure. E molto spesso queste violazioni vengono attribuite a gruppi di hacker strettamente legati agli apparati di intelligence di grandi potenze, con gli USA che hanno spesso puntato l’indice contro i rischi di guerre informatiche e contro Russia e Cina per i loro tentativi di spionaggio industriale o militare.

 

Nel mirino dei pirati (di Stato o privati) nel corso degli ultimi anni sono finiti colossi americani come Home Depot e la Sony Pictures, portando alla luce indiscrezioni che sono costate la carriera al management. Ed anche la campagna elettorale statunitense è stata vittima di hacker: due criminali informatici sono entrati nei server del vertice del partito democratico di Hillary Clinton e sono stati quindi accusati di voler influenzare il voto a favore del repubblicano Donald Trump.

 

 

A rischio l’acquisto di Yahoo! da parte di Verizon?

 

La voce di un presunto attacco informatico a Yahoo! era iniziata a girare ad agosto, quando un hacker di nome Peace si era vantato di poter vendere i dati personali di 200 milioni di utenti di Yahoo!, facendo così scattare l’inchiesta. Questa violazione potrebbe avere grossi contraccolpi per l’azienda, già in crisi da parecchio tempo ed ora in seria difficoltà se non si dovesse perfezionare l’acquisto.

 

Verizon, che dovrebbe rilevare (per 4,83 miliardi) ufficialmente Yahoo! dopo averne deciso l’acquisto in luglio, ha fatto sapere di essere stata messa al corrente negli ultimi giorni della violazione di massa. «Valuteremo la situazione man mano che l’inchiesta prosegue tenendo conto degli interessi di Verizon. Fino ad allora non siamo in grado di aggiungere altro».