Jarvis è l’intelligenza artificiale realizzata da Mark Zuckerberg per esplorare le possibilità di un assistente virtuale interattivo.

 

Oltre che di tecnologia, Mark Zuckerberg dev’essere un appassionato di fumetti, in particolare quelli di Iron Man, visto che il suo ultimo progetto, Jarvis, porta il nome dell’assistente virtuale di Tony Stark (guarda caso, miliardario intraprendente che fa della tecnologia il suo super potere). Il fondatore di Facebook ha infatti annunciato di aver programmato un’intelligenza artificiale per la gestione della casa.

 

Il progetto è stato seguito interamente da Zuckerberg, che ha illustrato l’evoluzione del suo lavoro in un post e ha dichiarato di essersi cimentato in questa sfida per testare i limiti e le possibilità di una tecnologia che sta diventando sempre più nota, ma che ancora non vede applicazioni quotidiane e largamente diffuse. L’obiettivo era quello di “digitalizzare” l’intero ambiente domestico, creando un sistema attraverso il quale comandare i diversi dispositivi connessi semplicemente comunicando oralmente con l’assistente virtuale.

 

Ricorrendo ai linguaggi di Python, PHP e Objective C, l’imprenditore californiano è stato in grado di attivare svariati servizi e sistemi connessi tra loro (Spotify e una Samsung TV, per citarne alcuni) e, cosa più importante di tutte, di farlo attraverso comandi vocali o messaggi inviati usando Messenger.

 

Jarvis
Lo schema con cui Zuckerberg ha pensato Jarvis.

 

Linguaggio naturale e AI cosciente

 

Nello sviluppo di Jarvis, Zuckerberg ha voluto dare particolare importanza alla possibilità di utilizzare e comprendere un linguaggio quanto più naturale possibile. In questo modo, l’assistente virtuale è in grado di comprendere comandi diretti e precisi, come “Chiudi la porta”, ma anche di effettuare scelte ponderate quando si tratta di richieste più complesse. Per esempio, chiedendo a Jarvis di riprodurre un brano di un certo tipo, il sistema si baserà su diversi fattori (dalla classificazione stessa dei brani alla cronologia delle tracce riprodotte) per scegliere la canzone più indicata in quel momento.

 

La naturalezza del linguaggio e la conseguente precisione nelle risposte passano anche dalla capacità di Jarvis di riconoscere il suo interlocutore dal timbro della voce. Quindi, per rendere l’esperienza d’utilizzo quanto più personalizzata e completa possibile, Zuckerberg ha programmato l’AI in modo che sappia distinguere la sua voce da quella della moglie Priscilla e adattare le risposte in base a chi dei due effettua la richiesta.

 

Zuckerberg ha dichiarato che lavorerà ancora sulle capacità di Jarvis, per sperimentarne nuove funzionalità, facendo anche un accenno alla possibilità di entrare nel mercato dei dispositivi domestici e, più probabile, di implementare l’intelligenza artificiale nei servizi di Facebook.