Approvato un documento atto a limitare i controlli delle attività in rete e a proteggere la privacy online, ormai considerata un diritto inalienabile.

 

In un periodo in cui le attività in rete sono sempre più monitorate, Bruxelles pubblica un documento che potrebbe essere la salvezza della privacy online.

 

La proposta, intitolata Diritti umani e tecnologia: impatto dei sistemi di sorveglianza e d’individuazione delle intrusioni sui diritti umani nei paesi terzi” e lanciata a Luglio dall’europarlamentare olandese Marietje Schaake, è stata approvata Martedì con 371 voti favorevoli e 293 contrari.

 

La Schaake parte dal presupposto che gli sviluppi tecnologici e l’accesso a internet aperto svolgono un ruolo sempre più importante per consentire e garantire la realizzazione e il pieno rispetto dei i diritti umani e le libertà fondamentali , esercitando un effetto positivo espandendo il ambito della libertà di espressione , l’accesso all’informazione , il diritto alla privacy e alla libertà di riunione e di associazione in tutto il mondo.”

 

Per questo motivo, nessun ente, sia esso pubblico (vedi il caso NSA) o privato (abbiamo ancora in mente il caso Hacking Team), avrebbe il diritto di violare l’estensione cibernetica di questi diritti.

 

 

schaake e la tutela della privacy online
Marietje Schaake ha puntato il dito contro la UE per i casi di violazione della privacy online

Identità nascoste e crittografia end-to-end

Il documento, sebbene non sia vincolante, rappresenta un primo passo importante verso la salvaguardia di chi naviga, puntando sull’utilizzo di pseudonimi e di un sistema di crittografia end-to-end come strumenti per preservare la privacy online.

 

Questo è quanto espresso al punto 62, che recita:

Si richiede l’introduzione di uno standard di crittografia “end-to-end” come questione per tutti i servizi di comunicazione , in modo da rendere più difficile per i governi , le agenzie di intelligence e gli organismi di sorveglianza  la lettura dei contenuti.”

Autocritica

 

La proposta della Schaake si rivolge anche all’Unione stessa, chiedendo che vengano rivisti gli standard UE riguardo le ICT e gli strumenti di sorveglianza, con regolamentazioni in rapporto agli scambi con altri paesi: questo richiederebbe l’istituzione di una commissione che monitori lo scambio delle informazioni e che sia assicuri che la loro vendita a terzi non possa ledere la privacy dei cittadini.

 

Con questa richiesta, contenuta al punto 38, ci si avvia verso una separazione dagli altri paesi, in particolare dagli USA, in materia di rapporti tra agenzie private, compagnie di comunicazioni e Intelligence governative.

 

Ora non resta che stare a vedere come l’Unione integrerà questo documento e gli effetti che esso avrà sui servizi con base in Europa