Facebook migliora la privacy: integrato TOR nella app Android
Zuckerberg annuncia l’integrazione del sistema di comunicazione anonimo attraverso un aggiornamento, soddisfacendo la necessità di privacy degli utenti.
Dopo i numerosi casi di richiesta da parte degli utenti, Facebook ha ufficialmente deciso di appoggiarsi a TOR per il nuovo aggiornamento della app Android.
Il Social aveva già messo a disposizione nel 2014 un sito onion (ossia un portale anonimo e privo di un indirizzo pubblico vero e proprio), in modo da permettere agli utenti di accedere al servizio in maniera più sicura. Da quel momento, la community ha espresso con sempre maggiore insistenza la necessità di un tale funzione all’interno della piattaforma, specialmente in ambito mobile.
Il supporto è stato annunciato martedì 19 gennaio e, secondo il comunicato di Facebook, nei prossimi giorni verrà diffuso in via sperimentale, per permettere di capire quali sono effettivamente i requisiti per una user experience ottimale.
Per poter disporre di questa integrazione è necessario scaricare Orbot dal Google Store e poi modificare le impostazioni della app di Facebook, cliccando sulla voce “Facebook tramite TOR”.
Ricordate che, durante le sessioni via TOR, le notifiche saranno disabilitate e che il supporto non potrebbe essere subito attivo, dal momento che, come detto in precedenza, sta venendo rilasciato in maniera sperimentale.
TOR non vuol dire solo privacy.
Sebbene la sicurezza dei dati sia il principale motivo per il quale gli utenti hanno richiesto il supporto di TOR, la compagnia californiana può ottenere altri benefici da questa collaborazione, la quale permetterà l’accesso anche agli utenti provenienti da paesi dove Facebook è bloccato a livello governativo, come Iran e Cina, estendendo notevolmente il bacino di utenza.
Un aspetto negativo potrebbe invece essere rappresentato dalla cattiva reputazione di TOR, ritenuto il sistema preferito per le comunicazioni tra terroristi e hacker. Tuttavia il direttore esecutivo del progetto, Shari Steele, ha tenuto a precisare come alcuni controlli dell’F.B.I siano stati effettuati con lo scopo di prevenire questa possibilità, ribadendo che il principale scopo è quello di garantire anonimato e privacy ai professionisti che ne necessitano, come giornalisti e ricercatori.
Steele si è anche detto contento di questa integrazione, la quale sposterà parecchia attenzione sul progetto TOR e potrebbe cambiare gli attuali meccanismi della navigazione.
Non resta che vedere quali saranno gli sviluppi e se questa collaborazione verrà protratta nel tempo.