Chatbot: cosa sono e perché valgono un sacco di soldi
La nuova frontiera del guadagno sui social saranno i chatbot, a giudicare dagli investimenti che li riguardano.
Cosa sono i chatbot, o più semplicemente bot? Non sono altro che intelligenze artificiali in grado di interagire con le persone. Abbiamo visto che durante la conferenza di San Francisco del 13 aprile Zuckerberg ha ufficializzato l’introduzione dei bot su Facebook Messenger. Se i bot vengono utilizzati dalle aziende attraverso network come Facebook Messenger, Telegram, WhatsApp e simili, sono in grado di fornire agli utenti informazioni mirate, personali e istantanee, come ad esempio lo stato di spedizione di un ordine o l’invio di messaggi che contengono Call To Action, aggiornamenti sul meteo, ultime notizie dall’editore preferito.
Attraverso i bot gli utenti possono dialogare con le aziende alle quali sono interessati, senza la necessità di scaricare app, proprio come se stessero parlando con un amico.
Facebook Messenger, forte sei suoi 900 milioni di utenti, sa bene quali siano le potenzialità di uno strumento del genere. Ma anche Telegram ha investito un milione di dollari per incoraggiare lo sviluppo di nuove soluzioni dedicate ai bot. Per le aziende la possibilità di rinunciare alle applicazioni per i vari sistemi operativi in favore di più comode API indirizzate alla propria piattaforma potrebbe essere un’enorme semplificazione.
In tutto questo però, non saranno solo le aziende o i social a guadagnare: anche gli utenti avranno il loro ritorno in termini di velocità, comodità e intuitività, migliorando nettamente la loro esperienza d’uso: in un futuro non troppo lontano non saremo più costretti a scaricare (e quindi a sviluppare) le app delle aziende per comprare i nostri prodotti e servizi o ricevere aggiornamenti dai portali di notizie, perché basterà rimanere all’interno di Messenger, senza alzare il telefono, scrivere mail o andare su siti specifici, per compiere l’azione che ci interessa. E sarà l’utente a decidere di mettersi in contatto con l’azienda, magari cliccando su un pulsante ad hoc della sua pagina per iniziare una conversazione con il bot.
Certo, per il momento il sistema è ancora in fase embrionale ed è imperfetto: i bot non hanno ancora capacità di leggere le immagini o di comprendere appieno tutti i termini utilizzati dagli interlocutori. I primi esperimenti compiuti su Messenger, come quelli di CNN o del meteo Poncho, non funzionano se ad assisterli non ci sono sistemi come Siri, Cortana, Google Now o Alexa, quindi si limitano a erogare informazioni in modo automatico in base a comandi pre-impostati.
Ma lo sviluppo richiede tempo e denaro, e siamo sicuri che attendere ancora un po’ porterà a interessanti traguardi!