Il Garante per la privacy bacchetta Facebook
Per il Garante per la privacy il social dovrà informare maggiormente gli utenti e limitare i profili finti.
Spesso accade che, su Facebook, soggetti al di fuori della propria cerchia di conoscenze condividano informazioni riguardanti altri utenti, senza che quest’ultimi ne siano consapevoli. Per il Garante per la privacy, quindi, chi utilizza il social network deve essere pienamente informato delle pubblicazioni riguardanti i propri dati personali e tocca allo stesso Facebook fare in modo che questo accada: al colosso californiano viene chiesto di fornire agli utenti, in maniera semplice e comprensibile, tutti i dati che li riguardano contenuti in informazioni personali, fotografie e post altrui, indicando anche finalità e logica del trattamento di tali dati. Non solo: in caso le informazioni siano divulgate da profili fake, allora Facebook sarà tenuto a cancellare tali profili,.
Il richiamo, reso noto tramite la newsletter del Garante, è un momento focale per quello che riguarda l’aspetto normativo del web, visto che vede un ente nazionale dichiararsi competente per l’intervento a tutela degli utenti del proprio paese. Non è la prima volta che questo accade: nel 2015, il Tribunale commerciale belga aveva ordinato l’interruzione dell’archiviazione di dati per gli utenti belgi non loggati. Questo portò, nel dicembre dello stesso anno, ad una richiesta da parte di numerosi paesi europei affinché Facebook uniformasse le logiche di trattamento dati in tutta l’Unione. Non è quindi da escludere che l’iniziativa dell’autorità italiana dia il via ad una mozione su scala più ampia.
Il fatto scatenante
L’intervento del Garante è stato invocato da un utente che si è dichiarato vittima di minacce e tentata estorsione, oltre che di sostituzione di persona, di un altro utente, aggiunto alla cerchia di conoscenze in rete: dopo essersi visto rifiutare alcune richieste di denaro, l’aggressore virtuale avrebbe creato un finto profilo utilizzando immagini e dati della vittima e, da questo account, avrebbe inviato ai propri contatti foto e video infamanti e lesive. La vittima ha quindi chiesto la chiusura del finto account.
Sulla base di questo fatto il Garante ha invocato l’applicabilità del diritto nazionale, cosa che lo rende competente nella fattispecie; dopodiché ha proceduto con le seguenti richieste:
- La chiusura del finto profilo, senza, però, l’eliminazione delle informazioni, le quali potrebbero venire utilizzate per ulteriori accertamenti.
- La comunicazione all’interessato in tempi stabiliti di tutti i dati che lo riguardano.
Da questo episodio il Garante ha poi mosso la richiesta di estensione di tale pratica a tutti gli utenti. Rimane da vedere quali misure adotterà il social per essere in linea con quanto richiesto.