La privacy differenziale di Apple
Maggior funzionalità, senza compromettere la sicurezza: ecco a cosa punta la privacy differenziale di iOS 10.
All’edizione di quest’anno del WWDC, la conferenza mondiale per sviluppatori organizzata da Apple, le novità sono state molte e una delle più importanti ha riguardato il sistema di raccolta e gestione dei dati previsto da iOS 10, ovvero quello della privacy differenziale: annunciata direttamente da Craigh Federighi, vicepresidente del Software Engineering dell’azienda, questa misura punta a coniugare il controllo dei dati e il rispetto per gli utenti attraverso un sistema anonimo di monitoraggio.
Ma in cosa consiste esattamente questo approccio alla gestione delle informazioni? Il concetto è quello di raccogliere un grande numero di dati, per esempio la frequenza di utilizzo di una parola, “disturbando” il percorso che porta alla fonte di tali dati: in questo modo è possibile ottenere una statistica utile senza dover per forza appropriarsi delle informazioni precise riguardo gli utenti che generano questi numeri. Un esempio può essere l’analisi dei deeplink, attraverso la quale si potrà fare una stima di quanto traffico un sito riceve, senza poter stabilire quali utenti vi accedono, ma solo quanti lo fanno.
Mentre nel sistema classico di raccolta i dati vengono anonimizzati in un secondo momento, con questa modalità le informazioni vengono già ottenute senza poter essere associate ad un utente specifico, in modo che, anche in caso di forzatura degli archivi e accesso ai database, non sarà comunque possibile risalire ad alcun nominativo.
Come e perché Apple introdurrà la privacy differenziale?
La necessità di introdurre un sistema come quello differenziale è sicuramente legato alla sempre maggiore interconnettività dei vari dispositivi, i quali forniscono un’enorme risorsa in termini di dati analizzabili, ma, allo stesso tempo, espongono non poco la privacy degli utenti. Ma quello della sicurezza non è l’unico aspetto tenuto in considerazione: poter archiviare un grande numero di informazioni senza implicazioni legate alla privacy significa avere a disposizione il materiale per leggere e interpretare i gusti e le dinamiche degli utenti, con la possibilità di adeguare il servizio di conseguenza. Una delle applicazioni che principalmente trarrà beneficio da questa novità è Siri, la quale potrà analizzare molte più informazioni e dare risposte ancora più utili.
Apple ha dichiarato che verranno registrati solo i dati degli utenti che acconsentiranno a questo tipo di monitoraggio ed ha fatto sapere di essere al lavoro per l’integrazione di sistemi che prevedano come unico luogo di gestione delle informazioni il dispositivo stesso, ossia, che quanto raccolto non sarà condiviso con l’azienda o con terze parti. Inoltre, è stato specificato che i dati registrati si limiteranno a:
- Nuove parole aggiunte ai dizionari locali.
- Emojii utilizzate.
- Deep link maggiormente utilizzati all’interno delle app.
- Suggerimenti utilizzati nelle note.
Come detto in precedenza, la raccolta di questo tipo di informazioni è principalmente indirizzata al miglioramento del servizio offerto dai dispositivi che disporranno di iOS 10 e alla garanzia da offrire agli utenti in termini di privacy. Sebbene questo sistema sia già stato impiegato da altre aziende (tra le quali Google), Apple è probabilmente la prima realtà a diffonderlo su una scala così ampia.