Cybercrime: Italia terreno fertile per hacker e malware
Secondo lo studio dell’azienda di sicurezza informatica Check Point, l’Italia è tra i paesi più minacciati d’Europa. In costante aumento i malware.
Gli esperti di cyber crimini e sicurezza informatica di Check Point hanno rilasciato i risultati della più recente versione del Threat Index, l’applicativo che controlla come e dove si stanno svolgendo gli attacchi informatici nel mondo in real time. Tra i paesi più minacciati troviamo l’Italia, al secondo posto nella classifica europea e al trentesimo a livello globale.
Preoccupa e non poco il dato che vede come le minacce più significative si nascondano nelle più grandi passioni dell’italiano medio: gli smartphone e i social network. Arrivano infatti da Conficker, virus che all’inizio della sua propagazione sceglie le sue vittime proprio sui social, come Facebook e Skype, e da Hummingbad, il malware nemico di Android.
Se, da un lato, Conficker rimane il malware più usato nel periodo, dietro di lui emerge il malware bancario Trojan Tinba, seconda forma di infezione più utilizzate nel mese scorso: Trojan Tinba permette agli hacker il furto delle credenziali delle vittime tramite web-injection, attivati mentre gli utenti cercano di effettuare il log-in sui siti web delle banche.
Pericolo malware per le aziende
Check Point ha inoltre riscontrato, a livello mondiale, ben 2.300 diverse varianti di malware attive, che hanno attaccato le reti aziendali nel mese di maggio. Per il secondo mese consecutivo, gli esperti hanno evidenziato un aumento delle singole varianti, dato che già ad aprile si era registrato un incremento del 50%.
La crescita inarrestabile del numero di varianti di malware evidenzia l’ampia portata delle minacce: ne consegue come i reparti di sicurezza informatica non debbano assolutamente farsi trovare impreparati quando sono chiamati a prevenire un attacco ai dati riservati delle aziende.
“Rileviamo costantemente un’impennata del numero di varianti di malware attive contro le reti aziendali – dichiara Nathan Shuchami, head of threat prevention di Check Point – che è esemplificativo dell’impegno che gli hacker stanno dedicando a creare nuovi attacchi zero-day, oltre a dimostrare l’importanza della sfida che le aziende affrontano difendendo le loro reti dai cybercriminali. Le organizzazioni devono valutare l’applicazione di soluzioni advanced threat prevention per le proprie reti, per gli endpoint, e per i dispositivi mobili, al fine di bloccare i malware allo stadio pre-infettivo, e garantire una sicurezza effettiva contro le minacce più moderne”.