Il social ha deciso di chiudere Vine, il suo servizio di condivisione video, tagliando le spese dopo un quadrimestre non brillante.

 

È stato bello finché è durato: Vine, l’applicazione per la condivisione di video di Twitter, chiude i battenti. La notizia arriva dal blog dell’app stessa, senza una motivazione precisa, ma semplicemente segnalando che il servizio verrà dismesso nei prossimi mesi, che il sito di Vine resterà attivo e che la compagnia ringrazia tutti i creatori e si impegnerà a fornire risposte più complete.

 

Se ne va in silenzio, quindi, il servizio per la creazione e la condivisione di video che ha coinvolto più di 200 milioni di utenti e ospitato più di 39 milioni di video (i quali rimarranno disponibili sul sito). Diventato famoso per la creatività della sua community, Vine sta venendo tagliato probabilmente a causa del cattivo andamento di Twitter: una diminuzione nella crescita (solo l’8%, contro il 20% dell’anno precedente) e un calo in borsa del 7% (colpevole anche la mancata vendita del marchio) hanno costretto Jack Dorsey a un taglio netto delle spese, che si è tradotto in una potenziale riduzione del 9% della forza lavoro.

 

Un sacrificio dal quale ripartire

 

Per rilanciare la crescita, attualmente lenta in tutti gli aspetti, il CEO della società è alla ricerca di nuove vie per ristrutturare l’attività dall’interno. Il taglio di Vine e la riduzione del personale sembrano quindi essere il primo passo del processo di riorganizzazione. Oltre alla riduzione dei costi, questa manovra punta anche ad aprire nuove possibilità creative con il quale sollecitare il pubblico. Lo confermano anche le parole dello stesso Dorsey, il quale ha dichiarato:

Abbiamo la significativa opportunità di continuare a incrementare la crescita, migliorando i nostri servizi core. Abbiamo un chiaro piano e stiamo facendo le modifiche necessarie per assicurarci che Twitter sia posizionato per una crescita di lungo periodo

 

In effetti, l’interesse della dirigenza per Vine è calato rapidamente e, nonostante l’attività degli iscritti, il servizio non ha mai ricevuto aggiornamenti sostanziali. Il cambio di rotta, perciò non deve sorprendere più di tanto. Resterà ora da vedere se e come le nuove direttive smuoveranno la situazione di Twitter.