Facebook apre la caccia alle notizie false
Negli Stati Uniti è arrivato il primo bollino rosso contro una delle presunte notizie false. E il protagonsita è nientemeno che Donald Trump.
L’aveva promesso e l’ha fatto: dopo le critiche a Facebook per il ruolo “disinformante” nelle ultime elezioni statunitensi, Zuckerberg ha attivato a tutti gli effetti un sistema di fact checking per gli articoli pubblicati sul social network. E la prima notizia contrassegnata come “contestata” riguarda Donald Trump e la presunta mancanza di sicurezza del suo smartphone, pubblicata sul sito satirico The Seattle Tribune.
L’iniziativa era già stata preannunciata nel dicembre 2016 e ha coinvolto un gruppo di organizzazioni appartenenti ad una rete internazionale di fact-checking, guidata dalla testata no-profit Poynter. Anche se il numero di realtà coinvolte è molto ampio, al momento Facebook ha deciso di fare affidamento principalmente su quattro nomi: Snopes, Factcheck.org, ABC News e PolitiFact.
Notizie contestate, ma non eliminate
Come funziona, nella pratica, la contestazione delle notizie? Seguendo l’International Fact-Checking Code of Principles stilato da Poynter, le varie organizzazioni, su segnalazione degli utenti, possono revisionare le notizie ed etichettarle come “contestate” (disputed nella versione inglese).
Gli articoli etichettati non verranno rimossi dal feed, ma appariranno con la relativa dicitura, in modo da informare gli utenti sulla mancanza di attendibilità delle notizie. A testimonianza del lavoro di fact-checking, nell’etichetta verranno riportati anche i nomi delle organizzazioni che si sono occupate della revisione.
Secondo le dichiarazioni fatte a dicembre, è addirittura possibile che il lavoro di controllo venga esteso anche ai domini dei siti che inviano notizie false, anche se non sono ancora arrivate conferme ufficiali.
Un progetto globale
Attualmente, il team di revisione è attivo solo negli Stati Uniti, ma è quasi certo che verrà attivato a breve anche in Germania, in previsione delle prossime elezioni. Non a caso, fu proprio la Germania a chiedere al social di rimuovere le notizie false dai feed, richiesta che ha contribuito non poco alla creazione dell’attuale programma di controllo.
Trattandosi di un’attività affidata ad un gruppo internazionale, è lecito pensare che il fact-checking verrà esteso ad ogni paese, anche se non sono ancora state comunicate date ufficiali. Bisognerà quindi aspettare per poter sapere davvero se stiamo leggendo una bufala o meno.