Facebook crolla in Borsa: crescita buona ma sotto le previsioni
I ricavi di Facebook continuano a crescere nel secondo trimestre del 2018, ma restano sotto le aspettative degli analisti: il titolo crolla in Borsa.
Alla fine, dopo tre anni di inarrestabile crescita, la crisi è arrivata: nelle scorse ore Facebook ha perso il 23,68% a Wall Street. Il motivo? I ricavi crescono ma rimangono sotto le aspettative degli analisti: 13,2 miliardi di dollari invece che 13,4. Sembrerà uno scarto poco significativo, ma gli esperti sono preoccupato soprattutto per le dichiarazioni della società di Zuckerberg: il rallentamento può continuare nei prossimi mesi.
Facebook crolla in Borsa: il report del secondo trimestre 2018
Il documento sul secondo trimestre dell’anno, pubblicato ieri da Facebook, riporta un aumento dei ricavi del 42%, per un totale di 13,2 miliardi di dollari: comunque un ottimo risultato. Ma gli analisti si aspettavano di più (13,4): è la prima volta dal 2015 che Facebook manca di centrare i target degli esperti.
Delude anche la crescita degli utenti, saliti dell’11% a 1,47 miliardi al giorno, meno delle attese del mercato che prevedeva un aumento del 13% a 1,48 miliardi. L’utile netto si è attestato a 5,1 miliardi di dollari: 1,74 dollari per azione, leggermente sopra gli 1,72 dollari attesi dagli analisti.
Gli utenti di Facebook sono rimasti stabili nei suoi due maggiori mercati, ovvero gli Stati Uniti e il Canada, mentre sono calati in Europa. A preoccupare è l’allarme del Chief Financial Officer, David Wehner, che prevede che il rallentamento dei ricavi continuerà per il resto dell’anno, con il tasso di crescita che scenderà a una sola cifra percentuale nel terzo e nel quarto trimestre.
Anni difficili per Facebook
Dalle elezioni americane del 2016, Facebook è nel mirino dell’opinione pubblica e dei governi di mezzo mondo per aver ammesso che entità russe avevano usato la sua piattaforma per diffondere messaggi controversi durante la campagna elettorale. Lo scandalo di Cambridge Analytica nei mesi scorsi non ha fatto altro che peggiorare la situazione, contribuendo a ulteriori critiche a Facebook e al suo amministratore delegato, costretto a presentarsi in Congresso e rispondere alle domande dei politici americani.
Da Cambridge Analytica sembrava, tuttavia, che i titoli Facebook però si fossero ripresi rapidamente, lasciando immaginare che il social non ne avesse risentito. I conti, invece, ci mostrano una realtà diversa.