Cybersecurity nel 2017: stesse sfide del 2016?
Ransomware, IoT, Cloud e DDoS: i temi caldi della cybersecurity si ripresenteranno anche nel 2017 .
No, con il nuovo anno non arriveranno nuovi trend tra le minacce e i sistemi di sicurezza. Anzi, è molto probabile che si dovrà fare i conti con le stesse tendenze che hanno caratterizzato il 2016, semplicemente più evolute. Per capire meglio la situazione, ecco 5 scenari che potrebbero avverarsi durante il prossimo anno.
Sempre più ricatti digitali
Il 2016 è stato l’anno di grazia dei ransomware: Kaspersky riporta che ogni 40 secondi ha luogo un attacco, il che indica come questo tipo di malware sia diventato il più diffuso tra i cybercriminali. Oltre all’aumento nei numeri, i ransomware stanno facendo registrare anche un miglioramento nella qualità dei sistemi,
È quindi molto probabile che anche nel prossimo anno i ransomware saranno di tendenza e che gli hacker tenteranno di sviluppare malware sempre più sofisticati e strategie sempre più mirate.
Violazioni sempre più costose
Dati personali e aziendali, password, credenziali d’accesso: ogni informazione sensibile ha un prezzo sul mercato nero del Web e questo è sicuramente il motivo principale per il quale non solo i tentativi di furto si faranno sempre più frequenti, ma causeranno anche maggiori danni economici, specialmente alle aziende.
A conferma di questa ipotesi ci sono i dati presentati dal Ponemon Institute: l’attuale impatto medio di un caso di violazione è di 3.8 milioni di dollari, cifra che è cresciuta del 23% negli ultimi due anni.
Piattaforme cloud sempre più a rischio
Il cloud è diventato un ottimo strumento per l’archiviazione e la gestione dei dati online e il suo impiego non si limita all’IT, ma anche ad ambiti come il customer care, il marketing e la finanza. Il sempre maggior utilizzo e l’archiviazione di dati sensibili hanno però reso le strutture cloud un bersaglio importante per i cybercriminali: nel 2016, gli attacchi ai sistemi sono passati dal 40 al 54%, con un conseguente aumento delle scansioni delle vulnerabilità, che dal 37% sono salite al 54%.
Vista la rapida crescita dei servizi, l’attenzione verso di essi rimarrà alta ed è possibile che si sviluppino nuove minacce, sempre basate sulla continua ricerca di debolezze all’interno delle piattaforme e dei protocolli.
Attacchi DDoS più frequenti
Gli attacchi DDoS hanno fatto registrare un incremento del 200% negli ultimi anni e sicuramente non freneranno in questo momento. Il motivo? La sempre maggior presenza di dispositivi IoT, i quali, se infettati, possono venire sfruttati per il lancio degli attacchi (come nel caso di Mirai, il DDoS che “ha spento Internet”).
Aziende, banche, organizzazioni, ma anche città e servizi online: gli ambienti esposti a questo tipo di attacchi sono davvero numerosi e, in molti casi, non dispongono di sistemi adeguati per gestirli.
Aumento della spesa per la cybersecurity (specialmente nell’IoT)
Visto il costante aumento delle minacce, è improbabile che le aziende rimangano a guardare. Inoltre, il numero di imprese (sia grandi che medio-piccole) sprovviste di una vera e propria policy di sicurezza e di sistemi adeguati è piuttosto rilevante, perciò il mercato della cybersecurity ha ancora parecchio margine di crescita.
Oltre che sulle soluzioni cloud (che abbiamo visto necessiteranno di misure adeguate), le aziende si concentreranno particolarmente sui dispositivi IoT: con l’avvento dei sistemi 4.0 ogni sistema è sempre più connesso e, di conseguenza, più propenso ad infettare gli altri in caso di attacco. Dal momento che, entro il 2020, è prevista la diffusione di miliardi di dispositivi, compresi quelli ad uso aziendale, è inevitabile che produttori e acquirenti presteranno sempre più attenzione alla sicurezza di questi strumenti.