La vittima è un architetto torinese che, dopo aver visto sparire in mezzora 16.000€ dal conto, accusa Poste Italiane: “Falle nel sistema”

 

Stava controllando il suo conto corrente con lo smartphone quando, in diretta, ha visto transitare inspiegabilmente un bonifico di 9.978€ verso una banca spagnola, intestato ad uno sconosciuto nordafricano. Nemmeno il tempo di prendere le dovute contromisure che, immediatamente, sono seguiti due prelievi di quasi 3.000€ da due terminal pos nel napoletano.

 

Così, nel giro di mezzora (precisamente dalle 22.17 alle 22.47 del 20 ottobre scorso), l’architetto torinese si è visto svuotare completamente il conto dagli hacker. Un conto che il professionista utilizzava per le sue spese lavorative:

“Ho perso tutto il denaro necessario per la mia attività professionale e i responsabili della Banca di Poste Italiane mi hanno di fatto abbandonato al mio destino. Mi hanno chiesto se, il 20 ottobre, “fossi a Napoli” o se avessi “interessi economici o di lavoro in Spagna”. No, io non ero a Napoli, né conosco il marocchino intestatario. Sono molto amareggiato.”

 

 

L’accusa a Conto Banco Posta e Poste Italiane

 

L’architetto, certo di non aver fornito anche erroneamente nessun dato sensibile tramite ipotetiche mail trappola, è anche convinto che all’interno di Poste Italiane siano presenti persone vicine ai malviventi:

Ho il sospetto che all’interno della banca ci siano basisti, in grado di trasmettere i dati dell’home banking ai criminali. Nel mio caso sono partiti dalla Sim. Hanno simulato un furto della scheda e, con una denuncia presentata con falsi documenti, sono riusciti a farsi consegnare un duplicato da un venditore autorizzato, poi, monitorato il conto e visto che era capiente, sono entrati in azione. Avevano le mie password e i codici necessari. Il sistema di sicurezza presenta delle falle: troppe persone, all’interno degli uffici postali, che fanno da agenzie bancarie, hanno accesso ai dati sensibili dei correntisti. Sono tutte fidate e sicure? Credo proprio di no.

 

Oltre al danno, poi, la beffa. Perché la vittima non solo non è stata risarcita, ma si è dovuta affidare ad un avvocato; perché, a detta sua, i vertici di Poste Italiane si sono esclusi da ogni tipo di responsabilità, come se il solo colpevole della vicenda fosse lui. Amara la conclusione dell’architetto che sentenzia come “invece di migliorare i sistemi di protezione, cerchino scuse”.