Il rapporto di Ranking Digital Rights rivela come le 16 principali compagnie tecnologiche non rispettino adeguatamente privacy e diritti umani in rete.

 

Nessun vincitore. Potremmo sintetizzare così, in due parole, il risultato del report sull’indice di responsabilità aziendale stilato da Rebecca MacKinnon per Ranking Digital Rights. Stando infatti ai dati contenuti nel documento, le principali compagnie del mondo della tecnologia non rispettano a dovere privacy e diritti umani online dei propri utenti.

 

Oltre a questo dato, già di per sé poco incoraggiante, nemmeno chi primeggia nella classifica raggiunge risultati sufficientemente adeguati.

 

Internet companies

Telecommunications companies

 

Delle sedici aziende analizzate, otto di internet e otto telefoniche, solamente sei raggiungono il 50% nella classifica totale (in blu sulla sinistra del grafico) e nessuna supera il punteggio di 65 ottenuto da Google. Inoltre solamente nove superano la soglia minima (per parlare di interventi decisi) dei 30 punti percentuali, mentre le restanti sette, tra i 13 e i 22, ottengono punteggi assolutamente insufficienti.

 

In buona sostanza, analizzando i dati, non troviamo alcuna azienda che possa essere presa d’esempio in materia di privacy e diritti umani online: nessuna delle compagnie inserite nel report infatti fornisce agli utenti informazioni adeguatamente chiare, complete e accessibili circa le proprie prassi in tema di libertà di espressione e privacy.

 

Troppo pochi i dettagli sulle modalità in cui vengono “raccolti, usati, condivisi e mantenuti” i dati degli utenti; dettagli che diventano “minimi o ambigui nella migliore delle ipotesi” quando si prova a capire come sono gestite le richieste di accesso di terze parti alle loro informazioni.