Fino a 50 milioni di euro di multa per le piattaforme che ospitano notizie diffamatrici. Ma c’è il rischio di cadere nella censura.

 

Non è bastata l’iniziativa di Facebook per la revisione dei contenuti. La Germania è intenzionata a dichiarare guerra alle fake news e a tutte le pubblicazioni diffamatrici e che incitano all’odio. Una guerra che il governo tedesco vuol combattere a colpi di multe salatissime: fino a 50 milioni di euro per i social network che non saranno in grado di eliminare i post incriminati.

 

I provvedimenti sono contenuti in un progetto di legge appoggiato dal Ministro della Giustizia Heiko Maas e che riprende gli avvertimenti lanciati dall’Unione Europea e dalla Procura di Monaco. Il movente principale, nel caso della Germania, rimane la paura per gli effetti che le notizie false potrebbero avere sulle elezioni di settembre.

 

I doveri dei social network contro le fake news

 

Cosa dovranno fare Zuckerberg & Co. per evitare le pesanti sanzioni previste dal governo tedesco? Innanzitutto cancellare i post segnalati, agendo in un periodo di tempo che può andare dalle 24 ore ai 7 giorni, a seconda della gravità del contenuto. Tra i contenuti meno tollerati troviamo la negazione dell’Olocausto e tutte le dichiarazioni che violano la legislazione tedesca.

 

Inoltre, dovrà essere nominata una figura per la gestione delle segnalazioni, la quale avrà il compito di accelerare il processo di eliminazione e sarà ritenuta responsabile nel caso di mancato intervento, con multe per 5 milioni di euro.

 

Una questione delicata

 

Secondo Maas, il problema sta nel numero troppo esiguo di cancellazioni e nella bassa velocità d’intervento, come dimostrato in una ricerca della Jugendschutz: i dati indicano che Twitter rimuove solo l’1% dei post segnalati, Facebook il 39% (YouTube si dimostra il più virtuoso, con il 90%).

 

Tuttavia, Bitkom, associazione per le telecomunicazioni, ha posto l’accento sul volume di messaggi giornalieri sui social newtwork, fattore che rende l’iniziativa difficile da attuare. In più, Bitkom fa notare che le piattaforme potrebbero eliminare anche post segnalati ma non effettivamente illegali, solo per evitare il rischio di incorrere in ripercussioni economiche. Questo rappresenterebbe senza dubbio un rischio per la libertà di parola ed espressione.

 

La situazione è quindi estremamente complessa, vista la necessità di combattere le notizie e i contenuti dannosi e, allo stesso tempo, di evitare una censura indiscriminata.

 

E in Italia?

 

In febbraio è stata avanzata una proposta di legge “anti-bufala”, con sanzioni che prevedono il carcere (fino a 2 anni) e multe fino a 10 mila euro.

 

Un provvedimento piuttosto leggero, se paragonato con quello della Germania, ma che rappresenta comunque un passo avanti, in attesa che il sistema di segnalazioni avviato da Facebook raggiunga anche l’Europa.