I provider dovranno avere il permesso degli utenti per trattare i dati personali ottenuti da banda larga.

 

Dopo che le autorità europee hanno messo in dubbio la garanzia della privacy da parte di Facebook, Whatsappe e Yahoo, ecco che anche la Commissione Federale per le Comunicazioni (FCC) statunitense richiama all’ordine i provider a banda larga: la raccolta e la cessazione di dati ottenuti online potrà accadere solo con il consenso degli utenti. Per la prima volta, la FCC pone dei limiti a servizi come AT&T, Comcast e Verizon, causando grosse lamentele dal settore delle inserzioni pubblicitari e della TV via cavo. Pare addirittura che l’offerta da 85,4 miliardi di dollari fatta da AT&T per Time Warner possa essere messa a rischio, visto che la pubblicità ottenuta tramite l’utilizzo dei dati gioca un ruolo fondamentale nelle logiche dell’accordo.

 

Di tutt’altra idea sono invece i sostenitori della riservatezza dei dati, anche se in molti sottolineano il fatto che la nuova direttiva non vale per colossi come Facebook e Google, i quali, in quanto compagnie web, non sono soggetti alla giurisdizione della FCC. Inoltre, le compagnie interessate potranno raccogliere i dati senza bisogno di permessi attraverso le tv satellitari (non regolamentate dalla norma), oppure acquistarli dai broker.

 

Un passo verso l’Europa

 

Come si è visto, i limiti sono ancora tanti, ma questo è un primo e importante tentativo di avvicinarsi alle ben più severe normative europee, soprattutto in ottica del nuovo Privacy Shield: con il nuovo regolamento, le aziende statunitensi dovranno garantire molta più sicurezza per quel che riguarda il trattamento dei dati dei cittadini europei; quindi, per mantenere saldi i rapporti commerciali, le autorità USA stanno gradatamente obbligando le aziende a rispettare i criteri richiesti.

 

Ad ogni modo, primo di questa decisione, le aziende erano tenute a interrompere il trattamento dei dati solo su richiesta degli utenti, mentre ora è richiesto loro un rispetto della privacy ben più concreto. Sarà interessante vedere se questo cambiamento sarà il primo di un lunga serie di modifiche alla policy degli Stati Uniti, o se rimarrà un caso isolato.