«Via Zuckerberg da Facebook», tuonano i fondi americani
I fondi di investimento americani chiedono le dimissioni di Zuckerberg dalla presidenza del consiglio di amministrazione di Facebook.
Il Wall Street Journal riporta la notizia che i principali investitori di Facebook, compresi i fondi pensione pubblici e funzionari statali, stanno spingendo per l’uscita di scena di Mark Zuckerberg, fondatore e presidente del consiglio di amministrazione di Facebook, dopo gli scandali sulla violazione dei profili, gli attacchi hacker e le perdite in Borsa.
I fondi pensione di Illinois, Rhode Island, Pennsylvania e il New York City Comptroller Scott Stringer, hanno appoggiato la proposta di rimozione di Zuckerberg avanzata dall’azionista Trillium Asset Management e sperano di attirare anche investitori più grandi. Scott Stringer, comptroller del fondo pensione della città di New York (il quarto degli Stati Uniti), detiene una quota di Facebook da un miliardo di dollari.
Potrebbe sembrare molto, ma per capire la proporzione, la capitalizzazione del social network è pari a 460 miliardi di dollari e Zuckerberg dorme sonni tranquilli, visto che detiene circa il 60% dei diritti di voto. Stringer aveva provato a dare una prima spallata ad aprile, sull’onda dello scandalo Cambridge Analytica, ma era rimasto una voce isolata a gridare fuori dal coro.
Zuckerberg tace perché sa di essere “intoccabile”
L’annuncio dei fondi, dicevamo, non ha alcun effetto pratico per Zuckerberg, dotato di maggiori diritti di voto rispetto agli azionisti media. Ma può avere come effetto quello di aumentare nuovamente l’attenzione sulla corporate governance della società dopo la serie di passi falsi e problemi.
La proposta sarà votata in occasione della riunione annuale degli azionisti della società, a maggio 2019. Da Menlo Park non hanno risposto a una richiesta di commento. «Facebook gioca un ruolo enorme nella nostra società e nella nostra economia, ha il dovere di essere trasparente per ragioni di ordine sociale oltre che finanziario. Ecco perché chiediamo indipendenza e obbligo di rispondere agli azionisti in consiglio di amministrazione», ha commentato Stringer.
Le pressioni su Zuckerberg, quindi, non si allentano a poche settimane dal nuovo scandalo che ha minato la reputazione di Facebook, un attacco hacker che ha addensato ulteriori e pesanti nubi sulla sicurezza del social network.