Dopo il licenziamento dell’ingegnere in seguito a controlli sulla mail aziendale, il Garante spiega le ragioni della decisione.

 

Ha suscitato parecchio scalpore la sentenza della Corte Europea che, come anticipato dal titolo, ha confermato il licenziamento dell’ingegnere rumeno, reo di aver utilizzato la propria mail aziendale per scopi personali. Quindi da oggi i lavoratori potranno essere liberamente spiati dai loro datori? La sentenza ha sancito la fine della privacy lavorativa? Assolutamente no.

 

La decisione dei giudici è infatti arrivata dopo il ricorso presentato dall’ingegnere, licenziato prima di tutto per inadempimento contrattuale, provato, tra le altre cose, dall’utilizzo per fini personali della mail aziendale. La Corte ha così stabilito la ragionevolezza del principio di bilanciamento tra privacy dei dipendenti ed esigenze dell’azienda, avallando così la decisione del licenziamento.

 

 

Parola al Garante

 

A fare chiarezza sul caso, è intervenuto il Garante per la protezione dei dati personali Antonello Soro, che sottolinea come la decisione si fondi su tre importanti concetti: controlli proporzionali allo scopo, limitati nel tempo e nell’oggetto e fondati su presupposti tali da legittimarne l’esecuzione. Tutti concetti di cui il dipendente deve essere al corrente perché previsti dalla policy aziendale.

 

Una valutazione, quella della Corte, in piena linea con la giurisprudenza europea, quella italiana e con i principi affermati dal Garante della Privacy. Queste le parole di Soro:

Con questo provvedimento si è prescritto al datore di lavoro di informare i lavoratori delle condizioni di utilizzo della mail aziendale (e anche della stessa rete, in orario di lavoro o comunque con gli strumenti messi a disposizione dal datore), dei controlli che il datore di lavoro si riserva di effettuare per fini legittimi, nonché delle eventuali conseguenze disciplinari suscettibili di derivare dalla violazione di tali regole.

 

In parole povere, il datore di lavoro non può leggere e registrare sistematicamente le e-mail e le pagine web visualizzate dal lavoratore e, soprattutto, non potrà licenziare nessuno per una mail. I dipendenti, almeno sotto questo punto di vista, possono stare tranquilli.