Raggiunta l’intesa sul nuovo regolamento della privacy: le aziende dei 28 paesi avranno 2 anni di tempo per adattarsi alla normativa.

 

Dopo quattro anni di lavori e revisioni è stato finalmente varato l’accordo per il regolamento europeo in merito alla protezione dati, documento che fornirà una legislazione unica per tutti gli Stati membri dell’Unione.

 

La notizia è arrivata ieri in un comunicato ufficiale di Věra jourová, Commissario per la Giustizia, che, insieme ai colleghi, ha sottolineato come questo accordo rappresenti un grande strumento di liberalizzazione del mercato digitale, oltre che una garanzia per la privacy dei cittadini europei.

 

Anche il presidente di Federprivacy, Nicola Bernardi, si è detto fiducioso del documento in quanto stimolo per il mercato del lavoro delle figure professionali digitali, dal momento che le aziende, per evitare le pesanti sanzioni previste, saranno invogliate a collaborare in misura sempre maggiore con i vari privacy officer, i quali a loro volta garantiranno un’applicazione quanto più coerente possibile delle normative.

 

Tagli ai costi e garanzie anche al di fuori dell’Unione: cosa prevede il regolamento della privacy.

Il regolamento della privacy non varrà soltanto per i paesi della Comunità Europea, ma dovrà essere rispettato anche dalle compagnie aventi sede in altri Stati e che trattano i dati di cittadini europei. Questo è sicuramente un grande passo avanti nella garanzia della privacy dei cittadini dell’Unione, specialmente in seguito al crollo del Safe Harbor.

 

Il pacchetto di normative conferma tutte le novità introdotte nella proposta del 2012, ossia il diritto all’oblio, il diritto alla portabilità dei dati, notificazioni entro tre giorni delle violazioni alle autorità nazionali e agli stessi utenti nei casi più gravi, modalità di accesso ai propri dati personali più facili per gli interessati, introduzione del modello One-Shop-Stop per il riferimento all’autorità di vigilanza, e l’introduzione della Privacy-By-Design. Il regolamento toccherà anche i social network, dal momento che i minori di 16 anni dovranno ottenere il permesso dei genitori per usufruire di servizi come quelli di Facebook, Snapchat, e Instagram, garantendo così la sicurezza degli utenti più giovani.

 

Oltre ad una garanzia sotto il punto di vista della privacy, il regolamento fornirà anche un’agevolazione economica e burocratica alle piccole e media imprese, le quali non dovranno più ricorrere alle notifiche alle autorità di vigilanza (risparmiando 130 milioni di euro l’anno, secondo i calcoli europei) e alla possibilità di addebitare un contributo agli interessati per le richieste di accesso ai dati manifestamente infondate o eccessive. Sempre per le PMI, non sarà obbligatoria la figura del data protection officer e nemmeno la valutazione di impatto (a parte in caso di rischio elevato per la privacy).

 

In Italia il regolamento andrà a sostituire il Codice Privacy attualmente in vigore e le aziende italiane, così come tutte quelle aventi sede nei Paesi membri, avranno due anni di tempo per uniformarsi alle nuove normative.