La Germania è di nuovo contro Facebook. Questa volta lo scontro è sulla modalità di raccolta dei dati degli utenti: l’antitrust tedesco avrebbe rintracciato degli abusi.

 

La Germania inizia una nuova crociata contro Facebook. Questa volta, nel mirino dell’antitrust tedesco ci sarebbero dei presunti abusi sulle modalità di raccolta dati degli oltre 2 miliardi di utenti dei social di Mark Zuckerberg. Secondo Andreas Mundt, a capo del Federal Cartel Office, la principale agenzia antitrust tedesca, il social network avrebbe abusato della sua posizione dominante nel mercato.

“Stiamo osservando da vicino la connessione tra dati e dominio del mercato, dati e potere di mercato, e il possibile abuso di raccolta dati”, ha spiegato Mundt con un’intervista riportata sul Financial Times.

L’antitrust tedesco starebbe indagando sulle modalità attraverso le quali Facebook ricava denaro dai dati personali dei suoi utenti, concentrandosi su come il social permette a suoi inserzionisti di indirizzare gli annunci a determinati utenti in base alle ricerche che questi hanno effettuato sul web.

Sembrerebbe che la piattaforma social raccolga i dati rintracciandoli su siti dove c’è semplicemente un pulsante di condivisione o di condivisione di Facebook. La cosa ancora più grave è che non sarebbe necessario, per avviare la raccolta dati, cliccare sul pulsante di condivisione!

 

La Commissione Europea contro i colossi tecnologici

Secondo il Financial Times, la mossa tedesca è figlia della crescente volontà, nel vecchio continente, di impiegare gli strumenti normativi per contrastare l’enorme potere dei colossi dell’industria tecnologica.

L’anno scorso la Commissione Europea ha comminato una multa da 2,42 miliardi di euro nei confronti di Google, accusando il motore di ricerca di aver abusato del suo monopolio nella ricerca online. Ma non è finita: da Bruxelles hanno anche perseguito Amazon sul suo predominio nel mercato degli e-book, e lo scorso anno Facebook è stata multata per 110 milioni di euro, per alcune anomalie nell’acquisizione di WhatsApp nel 2014.

Il braccio di ferro tra Germania e Silicon Valley ha già dei precedenti: lo scorso anno il Bundestag approvò la cosiddetta “legge Facebook”, in vigore dal 1° gennaio 2018, che ha imposto ai social network di cancellare post o tweet potenzialmente illegali entro 24 ore dalla notifica. In caso contrario, la legge prevede multe fino a 50 milioni di euro. A controllare che le norme vengano rispettate saranno 50 dipendenti del Ministero della Giustizia tedesco.